giovedì 14 maggio 2009

Gaia ed Ale



Per tutti quelli che...non vedono l'ora di vederci....
un abbraccio

Gaia e Ale

sabato 9 maggio 2009

Operazione platypus

Il viaggio continua
Arriviamo a Mackay (pronuncia mackay!) col buio, tutto chiuso perche' e' domenica e la gomma anteriore di Alessandro a terra. Forse un record infranto, bucare sul bus!
La luce del mattino ci mostra una cittadina piacevole, con un lungo fiume abbellito da una passeggiata su passerella in legno con tanto di panchine all'ombra. Il posto e' vivace e soprattutto vissuto, senza vagonate di turisti.
Ha numerosi edifici art deco che visitiamo in uno splendido pomeriggio di sole, le costruzioni vanno dall’interessante, stile Metropolis, al kitch.

Crisi vocazionale dei postini nel Qeensland
Apprendiamo come al solito dalle news locali che mancano postini nel QLD; molti di loro infatti hanno deciso di abbandonare la professione a causa dei ripetuti incidenti sul lavoro: dal piu’ classico attacco del cane da guardia, ai piu’ locali incidenti stradali (pare che la gente non li veda, presa come e’ dalla fretta di andare al lavoro), fino ai piu’ singolari morsi di serpente che trovano spesso nelle fantasiose cassette della posta (l’ultima casella vista era fatta con un cono stradale segnalatore!).
Altri sono deceduti nell’adempimento del proprio lavoro.

Beh, insomma, adesso non ce ne sono abbastanza. Del resto, un giorno ne abbiamo visto uno che distribuiva la posta lungo una strada secondaria che percorravamo. Devono coprire distanze enormi a causa dello sprawling urbano, case unifamiliari per km e km dal nucleo del paese. In alcuni casi, quello visto non scendeva neppure dalla macchina, che non era di servizio…

Pioneer Valley
E’ il nome della meravigliosa valle che da Mackay porta allo Eungella N.P. La prima parte di strada attraversa km e km di canna da zucchero (rifugio del temibile taipan); ci sono moltissime case multicolore in stile queenslander. Ci dicono che quando tagliano la canna ci sono stormi di pappagalli che, ebbri di zucchero, cadono sulla strada. Noi siamo attaccati (Ale) da un uccello locale, la magpie, dal quale pare ci si possa difendere solo andando in giro con un ombrello aperto o (tenetevi forte) una bandierina sulla testa! C’e’ anche un cartello che avverte: “swooping magpie”.
Poi alla fermata ad una locale toilet, troviamo (Gaia) invece altri animali: Tirando la carta igienica, questa sembra incastrata; Gaia la tira di piu’ e scende una goccia d’acqua, pensa che sia l’umidita’ della notte, tira di piu’ e scende una rana, ma la carta igienica ancora non esce; tira un’altra volta e un’altra rana penzola dalla carta stessa! Quel che e’ troppo e’ troppo e Gaia si alza dalla WC chiamando rinforzi (Ale).

Finch Hatton Gorge Cabins
La seconda esperienza di lavoro volontario che decidiamo di fare ci porta nel luogo di cui sopra, una meravigliosa casetta ai margini del parco nazionale, per raggiungere la quale guadiamo piu’ volte il locale torrente (in questa stagione e’ solo di pochi cm, arriva sopra la caviglia).
Ad attenderci ci sono Tracey e Steve, una simpatica e affiatata coppia che gestisce alcuni chalet e che sta per aprire un caffe’-ristorante.

Ci sono un sacco di animali: un cavallo, le galline che volano, due vecchi cani, dei topi, un pappagallino in gabbia e due pitoni! Immaginate quale tra queste povere bestioline viene data in pasto ai due pitoni. Nella notte arrivano anche dei piccoli marsupiali che sono trattati alla stregua dei topi (trappola con avocado). I pipistrelli della frutta (uno di loro si appendera’ alla doccia!) e vari ragni e ragnoni completano il quadro notturno. Ale e’ forzato ad accettare la foto mentre regge un pitone, rassicurato da Steve con queste parole: “Morde raramente e comunque non fa piu’ male del morso di un piccolo cane”.

Durante tutte le giornate lavorative si possono ammirare le splendide farfalle Ulisse, simbolo di questa valle, di un blu che pare dipinto e irreale.
Nonostante stiano per aprire un locale, Tracey non ama cucinare e dopo aver assaggiato il primo piatto italiano da noi cucinato, ci spalanchera’ la sua cucina per tutta la settimana, con grande gioia e soddisfazione sia nostra che loro. Ad Ale viene offerto anche il posto di cuoco. Ci offriranno anche la macchina (che pero’ rifiutiamo).

Anche il lavoro ci da’ grandi soddisfazioni: risistemiamo completamente il giardino che circonda il ristorante, dall’esterpazione di erbacce alla piantumazione e copertura con uno speciale terriccio antierosione.

Incontriamo anche dei loro amici e dobbiamo dire che il ritmo tenuto da Steve e’ invidiabile: con tutti beve rum e coca (anche la sera a cena) e fuma marijuana nella sua speciale pipette che passa a tutti (noi, come Bill Clinton, non aspiriamo), ma il giorno dopo e’ sveglio come noi alle 6,00. Di professione fa il sunshine miner, cioe’ il minatore in una miniera all’aperto.
Durante uno dei nostri pomeriggi liberi, “ascendiamo” alla locale montagna per arrivare quasi alla sorgente del fiume, dove f acciamo il bagno in una splendida polla di acqua gelida. Tempo di permanenza in acqua: pochi secondi.

A tutti dispiace molto la separazione dopo una settimana intensa e, per quanto ci riguarda, ci siamo sentiti un po’ a casa (nonostante anche qui il bagno fosse in stile queenslander…).

Operazione platypus
I piu’ curiosi tra voi avranno gia’ scoperto che il platypus altri non e’ che l’ornitorinco, che in questa zona e’ facilmente avvistabile.
Lasciati Steve e Tracey, ci dirigiamo verso lo Eungella N.P. (pronuncia “ia’nghella”, in lingua aborigena locale: “la terra delle nuvole”); sono solo pochi km, gli utlimi dei quail consistono in una salita che tutti quelli che incontriamo insistono a definire very steep! E infatti incontriamo un cartello che lo prova: attenzione pendenza media del 12% per 5 km!
Impiegheremo un’ora per percorrerli.

In cima il tempo e’ completamente diverso: siamo a poco piu’ di 1000 msl, fa freddo, tira vento e piove! Ma noi siamo qui per il platypus e nulla ci puo’ fermare. Causa tempo inclemente siamo costretti ad alloggiare in un bungalow, dove possiamo cucinarci un ottimo risotto con la zucca davanti al camino (acceso!). Nonostante cio’ gustiamo un ottimo gelato artigianale ai gusti di rum e uvetta e cioccolato, mentre scorre il docufilm Un Leone chiamato Christian la cui visione consigliamo caldamente.

Nel pomeriggio, dalla piattaforma di avvistamento vediamo il nostro primo ornitorinco: che emozione! Non siamo pero’ soddisfatti e, percio’, torniamo la mattina dopo quando ne vedremo cinque emergere, nuotare e immergersi. Sono davvero carini e per nulla buffi, sanno il fatto loro, vengono a galla qualche istante e poi si rituffano con destrezza a caccia di crostacei che individuano grazie a un sistema di rilevazione dell’elettricita’ emanate dal movimento delle loro prede. Ricordiamo che sono mammiferi col becco d’anatra, la pelliccia da castoro e che danno vita a cuccioli che escono dalle uova e vengono poi allattati. Vediamo anche dei meravigliosi martin pescatore blu cobalto sopra e arancione sul petto.

Possiamo ritenerci soddisfatti e affrontare cosi’ la discesa da crampi alle mani per le frenate.

Pensionati in Australia
Lasciato il Parco Nazionale, passiamo la notte presso il campeggio di Mirani dove approfondiamo la comprensione delle dinamiche migratorie dei pensionati australiani, scambiando con loro alcune parole. Ci spiegano che molti di loro vendono la casa, acquistano un camper e iniziano a girare l’Australia senza mai piu’ avere, in alcuni casi, un domicilio fisso. Questo consente poi a molti di risparmiare sull’affitto o il mantenimento della casa.
Ci consigliano l’acquistano di ricetrasmittenti per comunicare con i camionisti sintonizzati sul canale 40.

Bloomsbury
Scegliamo di raggiungere Bloomsbury, meta del nostro attuale volontariato, per una strada secondaria tra le colline dell’Eungella N.P. Non c’e’ quasi nessuno a parte alcuni reduci dal festival della luna di inverno (un festival musicale che si tiene in mezzo alla foresta) e un ex hippy (assomiglia a un gallico, stile Asterix) che ci dice: “Dovete avere un forte spirito libero per girare l’Australi cosi’ in bicicletta… sono fiero di voi: benvenuti nella nostra meravigliosa Australia”. Parte della strada e’ uno sterrato tra la foresta.

L’incontro piu’ emozionante e’ forse quello con un’altra specie di pappagalli (forse si chiamano red long tailed cuckatoo) dal suono primitivo simile ad un barrito di elefante; hanno il corpo nero, le piumone sulla testa e un lunga coda con le piume rosse.

Arriviamo da Avinash (il nome e’ il risultato di un viaggio in India, ma lei e’ di origini neozed) e John dove ci aspetta l’ennesima salitona per arrivare nella loro splendida casa (dove pero’ WC e doccia lasciano mooolto a desiderare…) con una terrazza con vista sul bush e sull’oceano mozzafiato. Lavoreremo qualche giorno in attesta di ripartire per il nord. Qui si mangia bene ma il cibo e’ razionato e a Mr Tuffy questo crea grossa crisi… e dire che era partito con l’intento di imparare a digiunare!

E chi se ne frega
Riprendendo la vecchia rubrica del giornale satirico Cuore riportiamo imperdibili notizie del nostro viaggio.

Di tanto in tanto riusciamo a trovare marmellate fatte in case particolari o a gusti esotici: mangiata ricercatissima marmellata di karkade', diremmo introvabile alle nostre latitudini, marmellata di lichi anche questa estremamente difficile da trovare e marmellata di boysenberry una delle bacche di cui e' ricca questa parte del mondo. Tutte hanno allietato le nostre colazioni mattutine.

Si e' rotta la sveglia che avevamo con noi,nel senso che segna l'ora ma ha smesso di suonare. Finalmente scopriamo l'utilita' di avere il cellulare.

Passata lapide commemorativa, con tanto di segnale (historical place) sulla Capricorn Hwy, di tale Maggiore Mitchell che ricorda la prima esplorazione con successo (?) di un europeo nell'area del fiume Boyonde nella contea di Jericho (!). Anche Alessandro si ferma a rendere omaggio a tale impresa...

Mangiamo le famose pies al Pinnacle Pub sito nell’omonima fazione lungo la strada della Pioneer Valley

Soffriamo molto l’escusione termica, circa 20 gradi tra il giorno e la notte nell'outback.

lunedì 4 maggio 2009

Alfa e dintorni

Arrivati a Gladstone scopriamo che c'e' un treno che la sera stessa va ad Alpha, distanza km 600 circa, tempo di percorrenza 10 ore. Il successivo e' dopo quattro giorni, decidiamo percio' di prenderlo perche' non possiamo pedalare sia all'andata che al ritorno, ci porterebbe via troppo tempo e per Gaia il tempo e' denaro, da spendere...

Alpha e' una minuscola cittadina in pieno outback, lungo la Capricorn Hwy.

Passiamo la giornata tra il parco (dove Ale monta il nuovo copertone e il famoso Mr. Tuffy, si scrive cosi'!) e la stazione dove, dopo la festa salsicciaiola e il treno storico a vapore per l'anniversario del Queensland, non c'e' un anima.

Controlliamo la mail. ma non c'e' nessuna risposta da parte di Paola, il nostro contatto per fare volontariato presso una fattoria locale. Le mandiamo percio' un messaggio per farle sapere che la mattina seguente arriveremo alla stazione di Alpha e che se nessuno verra' a prenderci pedaleremo fino a loro.

Kerand
In Australia possiamo fare quello che in NZ ci era impedito da un cavillo legale, ovvero i lavoratori volontari presso alcune tenute. La scelta e' molto difficile, ma ci piace quella descritta a Kerand a 50 km da Alpha perche' sembra gestita da un gruppo di amici, tra cui un bimbo di 8 anni, esperti in riciclaggio e produzioni biologiche, finalizzata all'autosufficienza: sembrerebbe una comune degli anni '70, lontana dalle sirene del consumismo. Per noi il mito dell'autosufficienza e' gia' crollato dopo i primi mesi di pedalate; curiosi di trovarne traccia, attendiamo fiduciosi il treno.

Quel treno per Yuma
Il treno arriva in ritardo di un'ora, e' vecchiotto e le cuccette sono tutte prese (anche se Ale voleva comunque risparmiare...); per fortuna il vagone posti a sedere e' semivuoto e si dorme su due sedili. La carrozza ristorante e' pero' molto fornita e accogliente e l'alba, come al solito, arriva presto e veloce e la fame giunge con i primi raggi.

Arriviamo ad Alpha dopo km di cio' che noi europei definiremmo nulla: l'outback, km e km di alberi sparsi, cespugli, rilievi, fiumetti, billabong, canguri e strani uccelli che vivono qui, tra cui i bustards. Sono questi simili agli emu' ma piu' piccoli e con un parruchino nero in testa; pur essendo enormi volano, anzi sembrano essere i volatili piu' grandi al mondo che volano. Ogni tanto la strada, la Capricorn Hwy, vuota per lo piu'.

Ad Alpha gli unici a scendere siamo noi. Il treno riparte. Nessuno ad attenderci, nonostante il ritardo.

E' domenica e tutti i negozi sono chiusi. Dobbiamo assolutamente rifornirci di acqua e di cibo prima di cercare la strada che ci portera' a Kerand. Sono solo 50 km, ma nel nulla sterrato australiano.

L'emporio della pompa di benzina ci rifocilla e compriamo anche le piccole provviste che cerchiamo di avere sempre con noi. Il tanicone di acqua piovana lo troviamo poco lontano. Chiediamo indicazioni per Kerand (non sappiamo se sia una frazione o cosa) e andiamo.
Un local ci disegna una mappa che sembra apparentemente dettagliata e facile da seguire. Si parte.

Campeggio libero in proprieta' privata
La strada si rivela una pista dove oltre alle nostre due biciclette incontreremo solo due macchine e mandrie di mucche in liberta'. Il fondo e' molto sconnesso, ogni tanto sabbioso o estremamente sassoso o di terra battuta rossa con misteriosi brevissimi tratti asfaltati. Ogni 5 km c'e' una grid, sbarre di ferro sopra un piccolo fossato che ti costringono a smontare dalla bici. Delimitano le zone di pascolo e impediscono alle mucche una circolazione “promiscua”.

Le mucche si spaventano al nostro arrivo e, dopo averci guardato stupite, iniziano a correre all'impazzata, spesso tagliandoci la strada o “gareggiando” con noi fino a quando non scompaiono nel bush. Alcuni tori spaventano Gaia perche' sembrano sbarrarci la strada e solo all'ultimo si scansano. Animali piu' esotici ci fanno fermare per ammirarli: emu', bustards, trampolieri (cranes), canguri...

Dopo alcune ore e 40 km arriviamo a un trivio: a sinistra il cartello Kerand west, a destra il cartello Kerand, dritto la strada sembra continuare. A Kerand West e' visibile una proprieta' il cui cognome corrisponde a quello da noi cercato, mentre Kerand conduce a un cancello chiuso oltre il quale non sembra esserci una strada. Quello che noi crediamo essere il numero civico non coincide. Decidiamo di andare verso la proprieta' che vediamo per chiedere informazioni, ma non c'e' nessuno. Mangiamo, perche' le decisioni sagge non si prendono a stomaco vuoto. Dopo la sosta vicino al recintocontenimentobestiame, l'unica cosa a cui possiamo appoggiare le bici da quando abbiamo lasciato Alpha, scegliamo di proceder diritti a caccia del fantomatico numero civico in nostro possesso.

La strada, se possibile, peggiora e sembra andare verso il nulla. Dopo 10 km, un camion arriva nella direzione opposta. Lo fermiamo. Il guidatore ci dice che dobbiamo tornare indietro. Inizia a venirci l'ansia perche' il tramonto e' sempre piu' vicino. Tornati al trivio, Ale scarico va, riluttante, in avanscoperta mentre Gaia attende speranzosa il ritorno del proprietario di Kerand West.
La ricognizione da' esito negativo: 5 km percorsi e nessuna traccia di vita umana. La pista oltre il cancello sembra impraticabile. E' ormai il tramonto e decidiamo percio' che chiederemo di piantare la tenda nel giardino della casa, non appena arrivera' qualcuno.

La luce della sera e' magica, come l'apparizione di un serpente che attraversa tranquillo la strada e di due cavalli neri che a Gaia paiono di buon auspicio...

Quasi buio e nessuno torna. Altra decisione da prendere: piantare o no la tenda senza il permesso del proprietario? Ancora una volta, decidiamo prima di cenare con le nostre piccole provviste e l'acqua presa da un rubinetto esterno della casa (la nostra e' ormai finita), per attendere ancora un poco.

E' ormai notte australiana quando perdiamo la speranza che qualcuno torni. Piantiamo la tenda sotto un cielo pieno di stelle che arrivano fino all'orizzonte e accendiamo per la prima volta, una luce di emergenza di 12 ore affinche' il proprietario, al suo rientro (Gaia continua a credere che qualcuno tornera') possa leggere il biglietto che gli lasciamo sul cancello. Andiamo a dormire tranquilli grazie al rustico cancello che pero' ci fa sentire piu' sicuri.

La mattina, ci svegliamo ancora soli e dopo una piccola colazione, prendiamo la grande decisione: varcheremo il cancello Kerand in cerca della proprieta' di Paola e amici.

Nel bush
I 10 km che ci separano dalla meta sono durissimi e ci costringono a spingere piu' che pedalare. A meta' strada lasciamo i nostri bagagli tra i cespugli. Seguiamo la pista grazie a una flebile traccia di pneumatico. Ale inizia a credere di essersi perso, Gaia e' insensatamente ottimista e sostiene che al terzo cancello, come nelle fiabe, troveremo la casa nel bush.

Poco oltre il terzo cancello e l'ennesimo bivio ci rendiamo conto di essere finalmente arrivati. Quando ci presentiamo alla sua porta, Paola esce stupita accogliendoci con queste parole: “Ma avete una cartina cosi' dettagliata?”

Ale: “Non abbiamo nessuna cartina!”

Paola: “Come avete fatto allora ad arrivare qui?”.

Appunto.

La proprieta' si rivela essere cio' che resta di un'utopia che, in quanto tale, non si e' mai realizzata. E' piena di relitti di auto e di altri veicoli agricoli arrugginiti. Di fatto, vivono qui, grazie al reddito proveniente dall'allevamento di bestiame, una coppia e il loro ultimo figlio (una sorta di Huckleberry Finn). Il loro grande orto non c'e' piu', spazzato via da un allagamento; ne hanno solo due piccoli che non bastano all'autosufficienza di cui si parlava. Tutto e' estremo come l'ambiente: la doccia, il WC, la zona cucina, gli spazi dove dormire.

Ci sono sagome, nella notte, nell'aia: sono due canguri, buffissimi a vedersi al buio. C'e' anche uno strano insetto (angel beetle) che, quando lo catturi e lo tieni nella mano, emette un suono che pare un campanellino.

Lavoreremo duramente per alcuni giorni, dividendoci tra la cucina, l'istruzione del bimbo, la ricerca dell'erba blu. Condivideremo questa esperienza con altri due ragazzi tedeschi e, con loro, il senso di isolamento e anche un po' di prigionia (ti sembra proprio di non potertene andare). E' grazie a loro che abbiamo potuto mandarvi alcune foto. Nessuno ci accompagnera' nemmeno al ritorno e l'effetto-pista sara' un taglio nel copertone di Gaia.

Le nostre competenze culinarie (su cucina in ghisa a legna) ed educative (immaginatevi fare lezione a un bimbo isolato per nove anni dai suoi coetanei e che ha a disposizione una moto e un cavallo) sono state messe alla prova e ci sono servite.

Resteremo in contatto con Paola anche per cercare di sollevarla dall'isolamento.

Di nuovo in sella
Vogliamo pedalare i 250 km circa che ci separano da Emerald. La prima notte la passiamo percio' ad Alpha che, nonostante le dimensioni, ha un bellissimo campeggio, dove i galah (pappagalli rosa e grigi) volano in stormi e vengono a nutrirsi a terra. Nella camp kitchen incontriamo alcuni camperisti australiani che raccontano delle loro avventure nell'outback, stimolati dalla presenza di due ciclisti stranieri. Uno riferisce di aver incontrato un uomo in pieno deserto che camminava con soltanto il camel-back per l'acqua e un secchio con una bottiglia di rum dentro. Quando gli ha chiesto se voleva un passaggio, il camminatore gli ha risposto: “No grazie, mi sto godendo la mia camminata”. Al che il camperista ha incalzato: “Ma per altri 400 km non c'e' nulla!” L'uomo ha proseguito il suo cammino. Conosciamo un'altra coppia di camperisti con i quali scambiamo anche gli indirizzi.

La prima tratta di Capricorn Hwy e' intensa: superiamo il Drummond range, pedaliamo quasi soli nell'outback e restiamo senza acqua giusto arrivati nel paese dove fare la nostra sosta. Un paese di quattro case, dove non c'e' nessuno a cui chiedere se il rubinetto che vediamo e' di acqua potabile. Facciamo tappa nel campeggio di Willows Gemsfields, una zona mineraria dove si trovano zaffiri (le case espongono cartelli per chi li vuole acquistare) e altre pietre preziose.

Fossicking
Gaia si entusiasma per questa parola australiana che indica l'attivita' di ricerca delle pietre preziose mentre si vaga nel bush spaccando pietre a caso.

Il campeggio non e' niente di che, ma vende tutto cio' di cui abbiamo bisogno. La notte, poi, sentiamo gli ululati dei dingo: una grandissima emozione (ad essere dentro il campeggio!). Nei bagni c'e' un cartello che avvisa di chiudere il coperchio del WC perche' altrimenti le rane e gli insetti ci vanno dentro e poi perche' cosi' si vede se ci sono serpenti arrotolati al tubo di scarico!!!

Vediamo, per la prima volta, le green tree frogs, un tipo di rana che si arrampica come un geco sui muri.

La mattina dopo colazione c'e' un tentativo di accattonaggio da antipodi: prima si fanno avanti due gazze locali, che saltellano intorno al tavolo, poi due pappagalli arcobaleno, piu' spavaldi, si posano sul tavolo e guardano nella borsa aperta di Ale cercando poi di aprire col becco un sacchetto. Il cibo e' sacro per gli Ziliani e dunque nulla puo' impietosirli, nemmeno un parrocchetto!!!

Fast travel
La strada che si avvicina ad Emerald e' coltivata a sorgo rosso e i campi sono davvero vangoghiani a vedersi. Arrivati in citta', prenotiamo per il giorno dopo un bus che ci portera' nuovamente sulla costa, a Mackay.

In 5 ore copriremo una distanza che altrimenti impiegheremmo tre giorni a pedalare.

Si lascia la Capricorn per la Gregory hwy (come Peck) fino a Clermont, dove ci sono dei rilievi simili a quelli incontrati alle Glass House mts: la strada e' splendida, ma questa volta ce la godiamo dal finestrino. La Peak downs hwy ci portera' fino a Mackay attraversando una zona mineraria (carbone) che ha la miniera piu' grande, Coppabella, dal nome simile a quello di un gelato. Il carbone e' il ventre della terra e infatti le montagne sono violate. La ferrovia, qui, e' solo adibita al trasporto del minerale. Vediamo km e km di vagoni trainati da tre locomotive. Passiamo per Nebo, vicina a Glenden una cd. citta' aperta, creata dai proprietari della miniera e poi data in “gestione” allo stato, la prima ad essere stata pensata anche per le persone disabili.

Arriviamo a Mackay e, acquistati alcuni pezzi di ricambio e pulite le bici in condizioni pietose dopo il ripetuto fuoristrada di Alpha, telefoniamo ad un'altra famiglia dove continuare l'esperienza del volontariato.

Il giorno successivo partiamo alla volta di Finch Hatton gorge. Vogliamo assolutamente vedere il platypus!

PS Si ringraziano il SSIF e Pietro e Maria per le luci di emergenza!