venerdì 27 marzo 2009

Subtropically

E' iniziato l'autunno, tra poco cambiera' anche l'ora. Siamo nella splendida Byron Bay, un paradiso, se non fosse per le frotte di turisti-surfisti-amantidellameditazionetrascendente-edonisti che affollano la citta' sarebbe ancor piu' bella, ma non ci si puo' lamentare...
Crediamo sia verosimile che la prossima mail vi giunga da un nuovo stato: il Queensland, dove lentamente ci dirigiamo, dopo gli ozi (un giorno e mezzo) byroniani.

Aggiornamenti bici

E insomma. Quel brutto senso di non star bene nella propria pelle causa fregatura sembra passato, ma nonostante il consulto con un ciclista di Port Macquerie che in 10 minuti ci ha sistemato il problema cambio e ci ha rassicurato complessivamente sul lavoro fatto, Gaia ha poi inavvertitamente fatto cadere la bici e sfasciato un piccolo pezzettino che e' un po' il tallone d'achille della sua Corratec. Per fortuna ce lo eravamo portati di ricambio...
Ale, pero', resta convinto che abbiano montato un pezzo usato alla bici di Gaia e quindi resta arrabbiato con Sydney...

Strade

Sono il nostro ambiente naturale, come per i pappagallini multicolore gli alberi con le bacche, quindi e' ovvio che ciclicamente se ne parli.
Abbiamo trovato altri lavori in corso!!! e' ovvio, e' finita la stagione delle piogge e rifanno il manto, pero' accidenti! l'altro giorno siamo dovuti passare a tutta velocita' a fianco di un camion che versava bitume bollente su una strada (sempre lei, la Pacific hwy) che da due giorni si era ridotta ad una stradina di campagna dove continuano pero' a transitare a folle velocita' camion e quant'altro! In un tratto dove la corsia bici era ridotta a mera linea bianca, abbiamo sentito un clacson e, grazie al ben sviluppato istinto di sopravvivenza, abbiamo deciso di buttarci a sinistra, nell'erba: era un truck oversize gigantesco!!! transitava come fosse sui binari, senza spostarsi minimamente verso il centro della carreggiata.
Sulle strade iniziamo a vedere anche i poveri canguri/wallabies morti causa traffico e anche alcuni serpenti di vario tipo (qui ce ne sono a mazzi!). Gaia non ha potuto fare a meno di schiacciarne uno (morto di fresco!) proprio in uno dei tratti dove non era possibile spostarsi, mentre un wallaby ha evitato solo all'ultimo l'impatto con la ruota di Ale (siamo troppo silenziosi, evidentemente...)!
Le forature sono fioccate, sempre causa manto stradale sconnesso e di enormi quantita' di vetri rotti, sia di bottiglia che di auto incidentate...un signore australiano ci ha consigliato di utilizzare un prodottino, tal Mr. Toughy. Gaia ha deciso subito di ribattezzare Ale proprio cosi': Mr. Toughy (da l'idea di un signore tignosetto, ma che sa il fatto suo, un lungagnone, Ale insomma!!)

Fiumi

Non ce lo aspettavamo: in questa zona, l'Australia e' coperta di corsi d'acqua impressionanti, ampi e lunghi. Ne abbiamo seguiti diversi, sia nella tappa che ci ha portato a South West Rock, che nelle successive per Mclean e Ballina (pronuncia con l'accento sulla prima A). Svariati placidi paesini si sviluppano sul Clarence river e sul Richmond, i paesaggi sono stupendi e ideali per fermarsi a riposare o ad ammirare cio' che ti circonda.
Forse perche' e' la stagione giusta, sono molto pieni, non sembra che questo sia un Paese che soffre di siccita'. Due paesini da ricordare su tutti: Ulmarra e lo stesso Mclean.

Nazioni

Essendo Paese di immigranti per eccellenza, l'Australia conserva sacche di orgoglio patrio.
Mclean, fondato da scozzesi, dove alcuni parlano ancora gaelico, e' un posto carino ed accogliente che raffigura su ogni palo della luce l'insegna di un clan. New Italy e' invece un posto un po' triste sulla hwy. insieme bar, museo e souvenir shop che potrebbe essere carino, ma che purtroppo e' soltanto kitch. Interessante invece la storia che ci sta dietro, un colossale raggiro ai danni di circa 200 poveri contadini veneti, molti dei quali morti in seguito alla decisione di seguire un avventuriero francese che prometteva un nuovo Eldorado.

Koala!!!

Li abbiamo visti!!! non in liberta', ma finalmente abbiamo visto i koala. A Port Macquerie c'e' un ospedale (un posto serio che ha bisogno anche di fondi, nel caso vogliate fare una piccola donazione) che si occupa di animali feriti dalle auto o ustionati a causa degli incendi, rimettendoli poi in liberta'. Abbiamo potuto anche accarezzarne uno e vedere una mamma con il piccolo gia' sulla schiena. Sono morbidi come pelouche!
Non lontano da qui, un altro centro ospita vari animali, tra cui alcuni canguri ormai abituati alle persone e che si fanno percio' avvicinare ed accarezzare! un tipo di canguro (forse un wallaroo) si e' rivelato inaspettatamente piu' morbido del koala, soffice come un coniglio d'angora.
Qui a Byron Bay, invece, abbiamo visto dal faro piu' a est della'Australia (!!!) i delfini in branchi surfare e anche due mante, molto diffuse in questa zona dove ci sono anche tartarughe marine e balene, quando e' stagione.

Slow travel

I pappagallini multicolore continuano ad essere la nostra costante gioia e meraviglia.
La bici ti costringe, alle volte, a cambiare itinerario o almeno i suoi tempi.
Lasciata Coffs Harbour, abbiamo deciso di uscire all'ultima baia raggiungibile prima di virare verso l'interno. Siamo percio' capitati quasi per caso a Corindi beach. Il posto era il loro regno: stormi interi solcavano costantemente il cielo. L'aria era colorata dal loro passaggio, il rumore del mare, vicinissimo, era coperto da quello del cippettare acuto di pappagallo. Sono scappati solo all'arrivo di un'aquila di mare.
Abbiamo deciso di piantare la tenda sul promontorio a strapiombo sulla baia, dove un piccolo campeggio divide lo spazio pubblico con un parco. Un signore ci ha detto che anche lui, capitato li' per caso, ci si e' poi trasferito nove anni prima.

Nuovi amici

Abbiamo iniziato a condividere lo spazio gia' angusto della nostra tenda con alcuni ragnetti della tipologia non-mortale. A loro sembra piacere passeggiare sulla zanzariera, sostarvici o infilarsi nelle zip delle borse delle bici. Per il momento, siamo tutti rispettosi dei rispettivi spazi, salvo la mattina (quando una vigorosa pacca di Mr. Toughy li allontana dall'occupazione abusiva).
Ma lo squatter piu' spavaldo si e' rivelata essere una ranocchia verde, di circa 10 cm. Allorche' Gaia (come ogni mattina prevede la prassi australiana antiragno-serpente) ha sbattuto le scarpe una contro l'altra, ne e' saltata fuori lei, lasciando tutta la suoletta leggermente "ranificata". Non contento, l'anfibio si e' poi rifugiato sotto la tenda in fase di smontaggio e poi sotto una borsa.
Un meraviglioso insetto a forma di foglia/chitarra orientale si e' poi mostrato per la prima volta, decidendo in seguito di passare la notte sulla nostra tenda, che e' un po' arca di Noe', evidentemente.
Nell'ostello di Anna Bay, abbiamo poi fatto conoscenza con un sessantunenne francese ("sonodiparigimamiamogliemihalasciatoesonostatocostrettoatrsferirmiinprovincia') che, nonostante giri l'Australia da tre mesi, somiglia tanto a Mr. Magoo ed inciampa continuamente, oltre a cucinare con il cappello anche di sera. La sera, quando eravamo gia' a letto, ha bussato perche' si era dimenticato la chiave dentro la stanza e ha poi svitato la lampadina non trovando l'interruttore. Appena ha saputo che eravamo italiani ci ha apostrofando con fare cameratesco con un improbabile "Tuttiquanti!". E' anche un sedicente rocciatore: ci andreste sull'Hymalaya con lui come capo cordata?

Branchi di squali

Al TG hanno mostrato le immagini, davvero impressionanti, di branchi di squali (branchidisquali!) che stanno infestando la famosa Golden Coast che le autorita' locali hanno dovuto "chiudere" (ai bagnanti, non agli squali!). Sembra che stiano seguendo la migrazione di certi pesci di loro gusto.

Cose di cui si puo' parlare, anche senza averle viste

L'albero piu' alto del New South Wales.

Come direbbe il francese:"Tuttiquanti"!!!

giovedì 19 marzo 2009

Canguri, salite e fregature

Per ora gli australiani, quelli nativi, gli aborigeni, li abbiamo visti solo come drop out vicino alla stazione centrale di Sydney. Ma andiamo in ordine sparso.

Fuori da Sydney
Lasciamo l'intossicante S. in direzione Blue Mountains e, precisamente, alla volta di Katoomba, un posto meraviglioso dove tutto profuma di eucalipto. Si chiamano B.M. perche' sono sempre velate da una bruma che e' quella dell'olio di un tipo di eucalipto (chiamato scribbly gum) che sale dalla valle che ne e' quasi interamente ricoperta. Qui c'e' un microclima particolare con specie che si trovano solo qua.
Gli uccelli sono una sorpresa anche maggiore: se gia' a S. se ne sentiva la presenza nonostante l'ambiente cittadino, qui e' il tripudio! L'uccello Lira, che imita tutti i suoni che sente compresi gli altri uccelli o il pianto di un bambino, il Golden Whistler, che fa un canto in antifono con la femmina, l'uccello Frusta il cui suono e' proprio identico a quello dello schiocco di una frusta. Questa foresta, quasi amazzonica, invita al silenzio e all'ascolto. Decidiamo di passarci due notti, facendo alcuni trekking (che qui chiamano bush walking) immersi nel balsamo degli alberi. L'ostello finalmente non e' un tugurio sporco e sovraffollato, ma un ex hotel dei primi del '900.
Poi si riparte alla volta di Wiseman's Ferry (nomen omen), dove sappiamo esserci un campeggio, percorrendo strade secondarie e tranquille, ma molto ben tenute. In due punti, la strada termina e occorre attraverare il fuime con una chiatta che fa servizio 24/24h ed e' gratis: e' la famosa continuita' territoriale! Finora, chiatte ne avevamo trovate solo in Sri Lanka, nella parte est, dove ora nuovamente c'e' la guerra civile.
Inspiegabilemnte in questa tappa, il cambio di Gaia, che dovrebbe essere appena stato cambiato, non funziona e la prima non entra, rendendo impossibili le salite. Siamo costretti al cambio "manuale" (la mano di Ale che sposta la catena, quando proprio non se ne puo' fare a meno, per il resto se la vedono le ginocchia di Gaia).
Il campeggio e' in una posizione spettacolare vicino al fiume: veniamo accolti da un wallaroo che sta brucando sul ciglio della strada e che ci guarda incuriosito per qualche lungo istante con l'erbetta in bocca per poi scappare a balzi. In campeggio, mentre ceniamo, in un prato a fianco, ci sono wallaroo rincorsi dai bambini, wallaroo che fanno incontri di pugilato e, poi, martin pescatore a pochi metri e pappagalli grigi sopra e rosa fenicottero sotto.
L'Australia spiazza: e' Africa e Asia, anche se l'Europa vela entrambe. E' vera terra di frontiera.

Colori in volo

Le specie di pappagalli che stiamo vedendo sono incredibili, alcune finora le avevamo viste solo nei documentari, dai colori dell'arcobaleno. Tutti vivono in stormi e non solitari come quelli chiusi in gabbia.
La sera in campeggio siamo costretti a cucinare sul BBQ, il riso e' scotto ma la verdura e' buona. I campeggi qui, a differenza della NZ, sono piu' orientati ai camper e alle casette e non hanno kitchen facilities comuni.
Il giorno dopo vogliamo arrivare alla Hunter Valley, zona di produzione vinicola rinomata. Da Wiseman's Ferry prendiamo in direzione Cessnock. Dopo pochi kms entriamo a St Albans dove c'e' un pub ancora del tempo dei primi coloni: li' la strada asfaltata finisce e inizia il cosidetto Convict Trail, la vecchia strada costruita dai detenuti tra '800 e '900, completamente sterrata, all'interno dello Yengo N.P. La starda si caratterizzera' per tre tipologie di fondo: terra rosso battuta, ghiaietta sconnessa e fango sabbioso (perche' corre lungo il fiume) che troveremo anche bagnato causa temporale improvviso. Inizialmente e' in pianura, ma poi tutta in salita. Ci troveremo sul Monte Manning. Il nostro rapporto sara' messo a dura prova e frasi impronunciabili sarranno pronunciate. Per fare 50 km impiegheremo piu' di 4 ore. Parlando poi con due locals, uno ci dira' di averla fatta in 4x4 solo una volta, l'altro di aver faticato anche in 4x4. Fatto sta che sono poche le auto che vediamo e ci tengono compagnia solo alberi e uccelli e un varano (monitor lizard) che ci attende alla fine della salita. Una signora, che ci vede fermi mentre Ale contro una staccionata ha appena finito di pompare una gomma, ci dice: "Bel posto per fare un pic nic" !!!
Facciamo sosta solo alla fine quando troviamo riparo sotto un information point.
Un altro tratto di strada normale e arriviamo finalmente a Wollombi (che significa "Il posto dove si incotrano le acque"), ormai e' tardo pomeriggio e cerchiamo da dormire. Siamo stravolti soprattutto psicologicamente. Tutto e' pero' pieno causa due matrimoni e vendemmia. Fortunatamente, alla cubana, spargiamo la voce entrando nella locale taverna dove ci sono, guarda caso, tutti i locals che si bevono la birra (e' sabato pomeriggio). La voce gira e un signore gentile ci dice che il pub mette a disposizione il prato se si ha una tenda. Noi per fortuna l'abbiamo! Ci sono anche le toilette ed e' gratis. Resta il problema di lavarsi dopo una giornata di sudore e polvere.
Si fa avanti allora la moglie dell'uomo gentile: e' la proprietaria di uno dei B&B pieni. ci dice che i suoi ospiti non hanno nulla in contrario se usiamo la loro doccia. Si offre di accompagnarci e riportarci (in macchina)! Abbiamo cosi' da dormire sicuri, da mangiare (il pub e' anche piccolo bistro) e da lavarci. L'atmosfera da sabato del villaggio fa stare bene, ci sara' musica anni '70 fino alla chiusura. Alcuni locals si avvicinano incuriositi e uno ci offre anche una canna. Incontriamo anche uno immigrata italiana (di Trieste) che ci mostra la sua vigna.

Ombre
Anche l'Arcadia ha pero' i suoi piccoli peccati. Ale riporta a Gaia la frase scritta nel bagno degli uomii: "Joe fucks cats and wombats".
Commento di Gaia: "Poveri gatti".
Ale replica: "Certo che con i wombati non deve essere facile..."
Nessuno dubita della veridicita' della frase.

Vigneti
Il giorno dopo arriveremo davvero a Cessnock per fare il nostro secondo piccolo giro di degustazione agli antipodi. Il cambio continua a non funzionare nonostante i ripetuti tentativi di manutenzione di Ale. Un controllo approfondito in quel di Cessnock rivela che il lavoro pagato al negozio di S. non e' stato fatto seriamente e alcune parti sono sospettosamente gia' troppo usate. I pezzi usurati sembrano ancora al loro posto e la catena nuova ha peggiorato la trasmissione, rendendo per lo piu' impossibile l'uso della corona piu' piccola. Dopo la brutta sensazione a S., una nuova botta di depressione ci assale. Decidiamo di scrivere una mail al negozio. Il nostro bisogno di fidarci del nuovo Paese e' pesantemente frustrato e ci sentiamo due relitti alla deriva. Di S. l'ultimo ricordo positivo sara' la serata che abbiamo giocato a carte con tre inglesi, uno scozzese e un tedesco davvero simpatici.
Scrollarsi di dosso la brutta sensazione di non potersi fidare e' difficile, la questione continua a girarci nella testa ad ogni giro di pedale. Andare anziche' liberare la mente sembra farci concentrare sulla nostra mancanza di controllo, sulla nostra faciloneria, sul nostro essere stati troppo superficiali. Siamo messi alla prova da piu' parti, qui in Australia.

Avanti, si vuole
Da Cessnock procediamo in direzione nord-est per raggiungere Nelson Bay e sperimentiamo un tratto della locale "autostrada", la Pacific Highway. Qui come in NZ le bici possono andarci, molti tratti sono a due corsie piu' quella per le bici, con tanto di cartello giallo (che e' uguale a quello che chiede di fare attenzione a canguri e koala: siamo anche noi una specie a rischio da tutelare), il traffico e' tosto, ma sembra piu' rispettoso dei velocipedi. Dormiamo ad Anna Bay, poco distante, dove facciamo il primo bagno australiano. Qui c'e' il sistema di dune mobili piu' grande dell'emisfero sud. Ci surfano sopra. C'e' anche un beachcomber, un tipo che con una draga casereccia rastrella la battigia. Gli chiediamo cosa cerchi e lui estrae un vermone gargantuesco, dicendoci: "Invertebrati" (che usa come esche), ma anche un certo tipo di conchiglia.
Il posto invita a restare, e' il classico paradiso da cartolina, l'ostello e' fatto di bugalow immersi nella foresta locale, siamo gia' nella zona dei koala. Tra i nuovi uccelli anche i kookaburra, chiamati anche "cretini che ridono" per il loro suono che pero' a noi ricorda piu' le scimmie ed e' come quello di una grassa risata. Sono i primi a cantare e gli ultimi per questo sono anche chiamati "l'orologio del bush". Noi pero' andiamo avanti, soprattutto per cercare un altro ciclista e questa volta controlloremo.

Crocere
La partenza da Nelson Bay avviene su un delizioso ferry d'epoca che fa la spola con Tea Gardens dall'altra parte della baia. La traversata e' bellissima come la giornata e passa vicino ad una zona di mangrovie con vari tipi i trampolieri e moltissimi pellicani.
Da Tea Gardens riprendiamo la Pacific Hwy che per 30 km e' un ininterrotto lavoro in corso che riduce la banchina-bici a 30 cm scarsi e ad una corsia la carreggiata. Fino a Buladelah, dove prendiamo la Lakes Way per arrivare a Forster. Causa stanchezza e salite veramente impegnative, ci fermiamo pero' a Blueys Beach, in un altro campeggio senza cucina che ci costringe a chiedere allo store locale di cuocerci una pizza surgelata. Non abbiamo ancora trovato una bomboletta di gas per essere autonomi. Il campeggio non ha neanche una sala comune e percio' dopo cena ci sediamo in lavanderia per avere un po' di luce, perche' qui viene buoi presto. Alle 20,40 andiamo a dormire.

Cosa fa andare avanti
Il Kookaburra qui vengono a posarsi davvero vicini e li fotografiamo, sono bellissimi e strani: assomgiliano a un falco con lo sgurado di un anziano.
Il giorno dopo raggiungiamo Coopernock (vicino Harrington) un paesino sulla Pacific Hwy, usciamo qui perche' c'e un negozio e decidiamo di pranzarci. Vediamo pero' l'insegna di un motel e decidiamo di chiedere il prezzo. Il motel e' in ristrutturazione palese, ma Ale insisite per far chiedere a Gaia se c'e' da dormire/campeggiare. Il titolare ci dice che c'e' un campeggio dall'altra parte della Hwy, ma subito ci chiede da dove veniamo. Appena sente
"Italy" dice anc'io battendosi il petto e cita il nome di una paesino in provincia di Reggio Calabria. E' qui dal '58 ed e' il proprietario del motel, ci offre subito di dormire li' gratis, aggiungendo che c'e' l'acqua calda. Ci mostra l'offerta, la accettiamo.
Oggi siamo arrivati finalmente a Port Macquerie. Abbiamo visto i Koala e, sembra, abbiamo sistemato la bici di Gaia. Sulla Pacific Hwy i lavori continuano...

domenica 8 marzo 2009

Arrivare

Australia. Sydney.
E' strano dirlo, ma l'arrivo e' stato spiazzante. Certo, sapevamo che la citta' e' nuovamente una citta' vera, con tante persone, grande, ma non ci aspettavamo l'inferno metropolitano! Come ci ha detto un australiano, poco prima che partissimo da Auckland, a proposito del guidare nel suo Paese: "E' anche peggio della NZ".
Arrivati in areoporto, abbiamo deciso di montare subito le bici e di pedalare verso il centro, in direzione dell'ostello e ci siamo resi subito conto che il luogo ricorda piu' NY che le citta' anche grosse della NZ. E poi e' stato spaesante, nuovi punti di riferimento, nuovi volti, nuovi suoni linguistici, tanti e diversi perche' qui l'immigrazione e' del tipo statunitense, un insieme di culture incredibile, dove ognuno ha il suo accento ben riconoscibile. Sydney ha circa 5.5 milioni di abitanti; veniamo da un Paese di ca. 4.5, dove la vita e' rilassata e ti senti coccolato quasi ovunque. Era ovvio che provassimo un po' di shock culturale...

Datemi una leva...
...del cambio!!! Durante il faticoso tragitto nel traffico impazzito locale dall'areoporto all'ostello, ad Ale e' rimasta in mano una delle leve del cambio! quindi, visto che Sydney, come Auckland e altre citta' neozed, e' un po' come S. Francisco (con salite e discese ripide) abbiamo anche dovuto spingere per raggiungere la "sospirata oasi" in questo nuovo mondo di novita'. Come al solito, il viaggio in aereo ha anche danneggiato un po' la bici di gaia, percio' il primo posto da cercare sotto il caldo sole australiano e' stato, tanto per cambiare... un negozio di bici! risultato: bloccati qui senza bici fino a lunedi' sera!

Giri
Sia per arrivare in citta' che, poi, in questi due giorni, abbiamo visto un luogo che, dal punto di vista architettonico, non ci aspettavamo, con incredibili, lunghissime e piacevoli zone urbane dalle case basse vittoriane ed edwardiane, piccoli bistro', ristorantini e supermercati-vendo-tutto, accanto a superstrade urbane in stile, appunto, americano e grattacieli. E poi lei, ovviamente: l'opera house! la vela! lo straordinario edificio che ormai e' il simbolo forse del Paese, sicuramente quello di Sydney. Il mare, anche.
Tante persone significa anche che si torna a vedere i poveri, l'emarginazione, che si e' usciti dall'idillio neozed di comunita' (in cui tutti i disabili lavorano in tutti i settori) per rientrare nella societa' classica individualista moderna e post-moderna.
E uccelli ovunque, uccelli gia' orientali, pappagalli coloratissimi e bianchi con la cresta gialla e strani trampolieri al parco, tipo ibis, merli indiani, i grandi, bellissimi, pipistrelli della frutta e alberi, alberi, alberi, ovunque. Insomma, un'urbanizzazione che sta con la natura, anche se ormai un po' forzatamente.
E vedeste le librerie! una ha addirittura vinto un premio! sono quasi sempre librerie-caffe', ma non come le nostre, queste sono davvero entrambe le cose, in edifici splendidi, a piu' piani, molto creativi e vissuti.

Mardi-gras
Siamo arrivati di venerdi'. Il giorno dopo era...martedi' grasso! non sono fuori, e' che qui c'e' una festa, piu' o meno sempre in questo periodo dell'anno, che si chiama cosi' forse perche', come per l'antico martedi' grasso, e' concesso il travestimento e lo stravizio. E' soprattutto una festa per gay e lesbiche, ma non perche' ci vanno solo loro, bensi' perche' e' per loro! il motto, sostenuto da tutta la citta', era "Nations united" e tutti, davvero tutti, si travestono o partecipano, aborigeni compresi, alla sfilata dei carri e alla festa che dura tutta la notte. La citta' e' completamente mardi-gras-crazy, vessilli ovunque, ristoranti con menu' speciali, copertura dei media, chiusure anticipate dei negozi. Colore dominante il rosa, ovviamente. Travestimenti tutti del genere trasgressione sessuale, etero e gay. L'alcol scorre a fiumi.Moltissimi gli orientali venuti apposta per l'occasione vista l'estrema apertura mentale della citta'.
Gaia ha partecipato alla sfilata in pigiama.

Quarantena
Come in NZ, anche se un po' meno, anche all'aereoporto locale controllano seriamente cio' che fai entrare nel loro Paese. La conservazione della biodiversita' e la protezione massima contro possibili agenti patogeni estranei e' ormai un must. Anche a noi hanno controllato suole degli scarponi e gomme della bici.
Notavamo che ad essere controllati con maggior severita' erano soprattutto le persone dal volto orientale e abbiamo capito poco dopo perche': vasi di conserve fatte in case da nonna Wu di ogni tipo uscivano da borse e borsette, intere valigie erano colme di prodotti orientali dei quali andavano vagliati gli ingredienti; abbiamo visto addirittura funghi, vietatissimi!!!
La fila di chi dichiarava di avere qualche elemento/alimento sospetto e' appunto indicata con il termine: "Quarantine" e genera una coda ad hoc che puo' anche terminare in un laboratorio dove disinfettano o esaminano i "corpi sospetti". Noi abbiamo passato con grandi sorrisi il check!

Shock igienico
Citta' di scarti umani, citta' di scarti. La pulizia che caratterizza la NZ qui non c'e' piu' nemmeno negli ostelli e ce ne siamo accorti subito. I bagni pubblici, copiosi e sempre pulitissimi, quando non addirittura imbarazzanti per l'eleganza e il profumo che li caratterizzava sempre, scompaiono. Ne vediamo pochi, qui a Sydney. L'ostello, dopo i quasi sempre impeccabili neozed, e' poco accogliente, sporco, mal tenuto, sovraffollato; ci sono anche scarafaggi! sara' forse Sydney? o e' l'Australia tutta ad essere diversa? Comunque, decidiamo di spostarci in un altro che e' un po' meglio: ma continuiamo a rimpiangere il calore umano e domestico della terra dei kiwi.

Cosi' e'.
Check-in, aereoporto di Auckland. Il momento e' sempre delicato per noi ciclisti che non vogliono pagare extra per le bici. Chiamati al banco, la hostess, vedendo i pacconi di pluriball ormai esausti dopo i tanti viaggi, esclama: "Le bici non sono in una scatola", Gaia risponde prontamente: "No, non sono in una scatola". Pausa imbarazzata. Gaia riprende: "Sono nei pluriball con cui siamo arrivati". Il primo scambio di battute ha termine.
Diversamente da tutte le altre volte, ci vengono poi pesati tutti i bagagli, tutti, anche quelli a mano che nascondono pesi insospettabili (come i funghi cinesi). L'hostess dichiara: "I vostri bagagli a mano eccedono di due chili il peso consentito" e aggiunge: "Il vostro bagaglio complessivo eccede di 6 chili" (Gaia gia' estrae il portafoglio, Ale si prepara ad un'estenuante disputa verbale in stile suk marocchino). L'hostess restituisce biglietti e passaporti e ci dice dove portare le bici. Gaia rimette via il portafoglio, Ale cerca qualcuno con cui contrattare...

Adesso

Ora sta piovendo, fitto; le previsioni non sono confortanti. Domani, altro giorno orfani delle bici; un uccello pero' canta il suo canto melodioso, la' fuori, da qualche parte...
Abbiamo comprato l'enorme guida dell'Australia e ci prepariamo ad iniziare il viaggio.
Voi, scriveteci.

mercoledì 4 marzo 2009

Partenze

Siamo tornati ad Auckland. Siamo tornati al sole caldo del nord. Pero' abbiamo lasciato l'isola sud, Nelson, una citta' dove vivere, davvero. Abbiamo lasciato i magnifici Malborough Sounds, dove abbiamo deciso di fare il nostro trekking e naturalmente ha diluviato!
Abbiamo lasciato, di nuovo, anche la capitale, dove siamo giunti dopo una crociera (perche' in pratica quello e') sul traghetto che porta dall'isola sud a quella nord: un'uscita spettacolare dai fiordi che ti fa capire cosa stai lasciando. Abbiamo anche visto i delfini, questa volta bottlenosed, che nuotavano attaccati alla costa dei Sounds.Abbiamo scoperto qualche notizia in piu' sulla cultura maori nel bellissimo Te Papa, il museo a lei dedicato.

Water, water everywhere...
Una volta lasciato l'ostello dove avevamo riparato causa pioggia, abbiamo ripreso a pedalare, sempre sotto la pioggia battente. Quando pedali sotto la pioggia, in salita, non sai se stai sudando o se le cose impermeabili che hai addosso iniziano... a fare acqua... insomma, siamo arrivati a Murchinson fradici, appena in tempo per perderci l'ennesimo mercato dei piccoli produttori (non siamo mai riusciti a vederne uno!!! e dire che ce ne sono stati a mazzi!), ma per fiondarci nel big event della zona: l'agricoltural show.
Trattavasi di fiera paesana d'altri tempi, con giostrine che da noi arriverebbe l'ASL e anche i NAS e pure i ROS (il paese delle sigle senza fondamento, il nostro), che faceva ricordare quelle che descrivono i nostri genitori, con in piu' esposizione di macchinari simil-agricoli d'ultima generazione (Toyotacabriotrattorino 4x4 che gaia e ale quasiquasi si compravano quandolebicidavanosegnidicedimento) e concorso latortamigliore, la tortapiubella, la conservapiubuona, laschiscettapiufiga, ilpomodoropiurosso, lazucchinapiuverde, laverzapiugrossa etc. Ma la cosa veramente particolare, era l'uomo che fischiava alle papere, ovvero il Dog and ducks show. Un uomo, forse un allevatore, aveva allenato un povero cane da pastore per far fare un percorso pazzesco a 6 povere papere con il solo fischio e l'ausilio di verga...non stiamo a descrivervi tutto il percorso, ma il finale consisteva nella divisione paperenere/paperebianche e inscatolarle in due contenitori diversi. Il cane si faceva un culo cosi'. Anche le papere non scherzavano. Ah, ovviamente c'era anche il concorso tosatura piu' veloce delle pecore. Non e ' indolore, per le pecore. Si capisce perche' si dovrebbe evitare anche di vestirsi con la lana, se vedete come sono le bestioline dopo il trattamento dal barbiere.

Calzature culturali.
Nell'ostello "fermi per pioggia" c'eravamo noi, una coppia di inglesi sessantenni e un'altra di ragazzi della supertecnologizzata Taiwan. Tutte e tre le coppie: ciclisti. Con un palmare ed un portatile gli orientali. Che sono arrivati pedalando sotto la pioggia in infradito!

Si prosegue
Forse a causa dell'amuleto ricavato da del legno lavorato dal mare, che Ale da qualche giorno ha appeso ad ornamento del suo manubrio, forse no, la pioggia ci perseguita anche nel tratto Murchinson-Nelson. Al bivio che avrebbe dovuto condurci a Motueka, cosi' come da programma, decidiamo invece di prendere la strada in salita. Nubi minacciose si profilano presto all'orizzonte per Nelson. Cosi', il proseguio della pedalata sara' caratterizzato da: acqua, dall'alto; freddo, attorno; vento, contrario; salite (una "sella" che e' in pratica un piccolo passo che pero' non avevamo previsto, a ca. 800 m.). Ma uno splendido all'arrivo in quel di Nelson con un sole incredibile che ci permette di avere le scarpe miracolosamente asciutte.
Per la cronaca, appena cessata l'acqua, avevamo deciso di fare la sosta per rifocillarci e ...strizzato le calze che Gaia ha appeso al filo spinato del campo li' davanti!

Buona notizia, cattiva notizia
Indonesia, Sumatra: Una tigre di Sumatra, in via di estinzione, ha divorato un tagliatore illegale di legno.
Indonesia, Sumatra: Un tagliatore illegale di legno e' stato divorato da una tigre in via di estinzione.
Ogni tanto spunta qualche notizia dagli esteri, nella selva di notizie superlocali dei quotidiani zonali.

Cozze.
Siamo stati pure ad Havelock per pagare il tributo alla divinita' locale: la cozza verde. Trattasi di supercozza verde (circa 10 cm) col bordo interno turchese o smeraldo a seconda della luce. A vedersi uno spettacolo, ma a mangiarsi anche di piu', dice Ale. Che infatti se ne e' scofanato una padella (vengono servite direttamente nella pot dove cuociono), al vino bianco e blue cheese.
Il cartello che accoglie i viaggiatori all'arrivo nell'amena localita' e' proprio: Havelock, capitale mondiale della cozza verde.

Ultimo tratto di strada
Il tratto che va Nelson a Picton e' particolarmente irto, ma spettacolare perche' segue l'orografia dei Malborough Sounds: la vegetazione e' ormai completamente cambiata, ritornando ad essere contraddistinta dai pini che dal mare salgono fino alle vette delle alte colline. Gli alberi di felce gigante sono ovunque, cosi' come le cicale che non danno tregua, un suono davvero forte mai sentito cosi' nemmeno in certi luoghi dove pure ancora le cicale vivono, dalle nostre parti. Le cicale dell'isola sud sono del tipo Amphipsalta zelandica, cioe' una specie che c'e' solo qui.
Da Picton, abbiamo scelto di fare una piccola camminata di due giorni nel tanto decantato
Queen Charlotte Track: un'esperienza meravigliosa di sentiero nella rigogliosa vegetazione locale, rovinato un po' nel secondo giorno, causa pioggia battente.

Birra, e sai cosa bevi: dedicato a Luca e Milto
.
La NZ e' costellata da piccoli birrifici artigianali, alcuni direttamente testati in situ.
Menzioniamo qui velocemente (e caldeggiamo il tasting in loco, of course): Dux de Lux, a Christchurch, il locale e' splendido e la birra veramente ottima; Speight's, a Dunedin, il birrificio e' in un locale di fine ottocento con bar annesso e si sta tra le botti e le cisterne dove viene prodotta la birra, questa e' stata tracannata piu' che bevuta perche' provenineti da giornata in bici, il giudizio ottimo potrebbe essere falsato dalla sete; Monteith's, a Greymouth, forse un po' deludente pereche' manca di corpo (ma va giu' bene); West coast brewery and co., in particolare la Green fern, totalmente biologica a Westport, ottima la birra e come etichetta la felce nazionale, accattivante; Mac's a Wellington (trasferitasi da Nelson), il locale e' meraviglioso, un tipico stabile portuale dei primi del novecento, al primo piano si vede l'interno del birrificio con lavoratori in azione, la birra e' veramente buona, particolare molto profumata, si sente tantissimo il luppolo e hanno una grafica da premio (Gaia voleva prendere tutte le etichette...); Founder's organic brewery a Nelson, in un parco meraviglioso, lontano dal traffico e con le swamp hen che circolano liberamente e con un ristorante annesso che sostiene lo "slow food", la birra e' ottima. Va menzionata la Speight's dark per la sua incredibile dolcezza!!! La Speight's e' un po' il simbolo e l'orgoglio nazionale.

Tutti i birrifici producono almeno tre o quattro tipi di birra. Noi ci siamo concentrati sulle 'lager' e le 'ale', voi vedete cosa preferite.

Quello che vi avevamo taciuto
.
I primi giorni dopo il nostro arrivo, forse lo ricorderete, sono stati particolaremnte difficili a causa del mancato arrivo e dell'attesa per la sorte delle bici, del jet lag etc. Quello che non sapete e' che la mattina della partenza per Wellington, quando dovevamo prendere il treno e dunque uscire piuttosto presto o comunque molto prima dell'apertura dell'ostello, siamo rimasti chiusi fuori dalla nostra stanza. Immaginate le urla, soffocate solo a causa dell'ora presta, di Ale. Non ci siamo persi d'animo e, mentre Ale urlava imprecando contro gaia percheeeracolpasuaeadessocomefacciamoseiunadeficienteetc. la succitata gaia (vedendo ale che stava tentando di salire su per la grondaia fatiscente) si ricordava di aver visto l'omino dell'ostello prendere una scala (ladder) e quindi suggeriva all'incazzato ale che forse avrebbe potuto usarla per raggiungere la finestra della stanza posta al secondo piano, ma miracolosamente lasciata aperta (per cambiare aria) da gaia che cosi' si e' salvata la chiappe. Insomma, si prende la scala, pesantissima (e dire che l'omino la gestiva da solo!), la si porta sotto la finestra della stanza in questione, la si allunga un po', ale la scala (e' o non e' una scala?) e poi con scatto da Smigol/Gollum (piu' Gollum che Smigol) si issa con la forza bruta delle braccia foraggiata dall'incazzatura verso la finestra, che poi apre del tutto, scomparendo all'interno, come inghiottito da un misterioso gorgo. Ricompare, questa volta dalla porta, con la faccia stravolta dalla rabbia, ma visibilmente sollevato. Insomma, poi il treno l'abbiamo preso.
Due settimane dopo gaia perde il bancoposta.

Cosa abbiamo capito dei neozelandesi.
Dalla nostra particolare e breve e parziale esperienza possiamo dire che i "kiwi" sono accoglienti e ospitali, gli piace conversare e sono curiosi delle opinioni di noi stranieri, sono molto fieri della loro terra e orgogliosi e conservatori rispetto alle loro specie autoctone e uniche, da qui l'odio "sfrenato" per l'opossum australiano (tipo per un leghista i rom) che divora e minaccia la biodiversita' neozelandese. Va detto pero' che ce l'hanno portato loro e che hanno contribuito al disboscamento per favorire il pascolo: solo il 6% della foresta originaria e' rimasto intatto! Ricordiamo, uno per tutti, un anziano che ci ha avvicinato per fare un po' di conversazione, mentre stavamo per addentare un panino sulla strada; ci ha visto, forestieri, sulla panchina del suo paese e gli e' venuto spontaneo venire a darci il suo benvenuto, a scoprire chi eravamo e a raccontarci chi era lui, un bel vecchietto dagli occhi azzurri.
In macchina, pero', il neozelandese si trasforma, diventando uno stressato e frenetico milanese qualunque.
Le cose negative non mancano, ovviamente. Ad esempio, l'acqua non sempre e' potabile, alle volte e' necessario farla bollire e la raccolta differenziata e' di gran lunga peggio di quella romana e milanese: o non c'e' o e' quasi insensata (e' molto agli inizi).
La storia maori e' quasi del tutto sepolta. Abbiamo scoperto che la madreterra si chiama Papatuanuku, mentre il padre celeste e' un certo Ranginui e la forza della vita ' un tal Mauri. Nella lingua maori il termine 'placenta' e' lo stesso di 'terra' e si dice Whenua. Il calendario lunare e' quello che consentiva alle differenti tribu che componevano le genti maori di regolare la quotidianita' in sintonia con la natura e si chiama Maramataka. Il proverbio che riassume la loro cultura e' "Cio' che e' dato dalla terra dovrebbe tornare alla terra". Un altro da cui vorremmo e dovremmo imparare dice: "Le tre cose piu' importanti nella vita? Le persone, le persone, le persone".

Cosa ci siamo persi
La regione del Tongariro e di Rotorua che anche solo passando in autobus e' affascinante, con le sue montagne, i suoi canyon e i suoi laghi, le terme e le acque solforose.
I ghiacciai della west coast, i Doubtful e i Milford Sounds, il mitico Abel Tasman N.P.
Certo, molto altro ancora. ma qualcosa va lasciato al prossimo viaggio, nostro o vostro.

Gli animali che non volevamo incontrare
Le pestifere sandflies il cui morso dura per giorni e giorni e le pulci d'acqua che hanno costretto ale a ritrasformarsi in Gollum, restando seduto sulla spiaggia in una postura innaturale.