venerdì 26 giugno 2009

Inverno

Dopo i primi freddi patiti nel centro australiano, ad Adelaide ci siamo resi conto che era anche peggio e dopo un tentativo di usare ancora la tenda, abbiamo abbandonato il proposito e ci siamo buttati sulle cabins (fuori stagione) dei campeggi o sui pochi ostelli, dove c'erano. Le ginocchia di Gaia (dopo essersi sistemate al freddo secco dell'interno) le dicono:"Ma sei scema?", quelle di Ale solo:"Te la faremo pagare!".
Adelaide e' una cittadina molto vivibile, ma l'unica cosa che vale veramente la visita e' il favoloso mercato coperto! altro che mercati francesi! questo raccoglie il meglio dei prodotti della zona e non solo, anche le delicatessen provenienti da altri Paesi, Italia inclusa! Pane, dolci, formaggio: uno spettacolo per gli occhi e non solo! specialmente con il freddino di mezzo inverno...
Un altro luogo veramente fatto bene e' il South Australia Museum dove finalmente c'e' una collezione di manufatti aborigeni ampia con spiegazioni esaustive anche rispetto ad argomenti fin'ora piuttosto oscuri (ad es. la morte, la nascita, il vestiario etc.). Una meraviglia.
Poi, via per pedalare, dopo la costa est, anche parte della sud e raggiungere Melbourne, percorrendo la famosa Great Ocean road.

Mondo pappagallo
Alla prima tappa siamo un po' spaventati dal freddo e dalla pioggia notturna; qui infatti, a differenza del deserto, di giorno la temperatura resta bassina e appena ti fermi, sudato, e' un problema. Il sole ci incoraggia pero' a proseguire. Per risparmiare km, procediamo prima verso sud, per poi tagliare il Sellick Hill range e il Bull Creek range in direzione est e arrivare a Strathalbyn, un paesino fondato dagli scozzesi bellissimo, sul fiume Angus. E' zeppo di edifici storici (secondo i parametri di qui!) uno dei quali e' l'hotel Victoria dove hanno girato alcune scene di Picnic ad Hanging rock.
Le colline che percorriamo ci offrono un panorama tipicamente da Inghilterra del sud, o certa Scozia e il freddo novembrino e' lo stesso! Vediamo anche le volpi, (importate e che adesso sono un problema) e i cavalli e le mucche e le pecore; il paesaggio e' talmente paradisiaco che vediamo una mucca, svaccata, che con la zampa e la testa accarezza l'erba, come fanno i gatti al sole! ma le differenze nella similarita' sono, ancora una volta, i pappagalli e la toponomastica: passiamo Onkaparinka!
La zona e' zeppa di una nuova (per noi) varieta' di incredibili pappagalli di colore verde, rosso, azzurro, nero; altri arancione, verde e giallo, altri che continuiamo a vedere un po' ovunque ed alcuni che avevamo faticato a vedere, ma che qui sembrano essersi dati appuntamento.Insomma, un tripudio, un'apoteosi di pappagalli!
Da Strathalbyn, ci immettiamo sulla Princes Hwy. per raggiungere Meningie (si chiama cosi', non e' colpa nostra!!), che in lingua locale (Ngarrindjeri) significa fango, dal momento che e' una zona umida piena di corsi d'acqua che evidentemente straripa. Passiamo per Wellington, dove prendiamo l'ultimo traghetto in terra australiana per passare da una sponda all'altra del fiume (che e' sempre bello e gratis!). Il fiume e' il poderoso Murray, il piu' grande del Paese.
Arriviamo a Meningie con il tramonto sul lago Albert, proprio dove a riva sosta una rinomata colonia di pellicani: un altro spettacolo della natura.
Costeggiamo il Coorong N.P. (che significa collo stretto per la sua forma), una laguna che corre parallela all'oceano (qui chiamato South Sea), separata solo da alte dune di sabbia. L'acqua qui e' tre volte piu' salata di quella dell'oceano ed e' rosa, proprio come da noi in prossimita' delle saline. E' un paradiso per molti uccelli migratori provenienti dalla Siberia (che adesso sono la' perche' fa piu' caldo!). Ci sono anche gli ultimi pappagalli della Tasmania che passano qui alcuni mesi l'anno, in via di estinzione (ne restano, sembra, 200 esemplari, forse meno), i pink gum (un tipo di eucalipto) e i mallee trees, di cui si mangiano le radici.
Scopriamo che c'e' in progetto di costruire una diga in NSW che minaccerebbe questo habitat unico. Un giro in questo parco ci permette di vedere i cigni neri in liberta', i canguri e la Sleepy lizard che, fuor di metafora, dall'alto, sembra una cacca di mucca e percio' si mimetizza piuttosto bene.
Fino a Mount Gambier, un paese alle pendici di tre crateri spenti (di cui due sono laghi blu cobalto d'estate, grigi d'inverno), vivono i vombati; speriamo non venga a saperlo Joe!!! (questa e' per testare il vostro grado di fedelta' al taccuino di viaggio!)
I tratti percorsi sono sempre piuttosto up and down, anche lungo la costa, quindi almeno combattiamo il freddo!

Alberi di Natale
Piantagioni di pino occupano buona parte di cio' che doveva essere la foresta originaria di eucalipti ed altre piante locali e c'e' anche una serra che vende "Christmas trees", alberi di Natale: non ci stupiamo, il cervello ci dice che arriva il barbuto vecchino, non ferragosto!
Una varieta' di pappagalli, i black cockatoo, si e' adattata a vivere in cime alle conifere!
Nel distretto di M. Gambier tutto il latte (e vi garantiamo che e' pieno di mucche su tutte le maledette colline che pedaliamo!) viene acquistato dalla Kraft per...produrre il Philadelphia! queste povere bestie lavorano come dannate per far finire il loro succo in schifosissimo formaggio processato!
La zona e' poi ricchissima di grotte naturali, alcune anche con acqua, che comunicano con il mare e sono ricche di fauna marina, come i cenotes nello Yucatan.
Dopo M. Gambier, lasciamo il S.A. per entrare nell'ultimo stato australiano che vedremo: Victoria.
Nei pressi di Portland, cessano le coltivazioni di pini e torna la foresta originaria, ricca di koala, oltre che ovviamente...pappagalli! torna anche il suono dei kookaburra! ovunque ci sono i magnifici Crimson rosella, di cui alleghiamo foto! vanno sempre veloci, ma passando raso cosi' possiamo vederli bene!

Per fortuna c'e' il riscaldamento!
Facciamo tappa a Port Fairy, dopo una giornata passata con il vento freddo e senza mai vedre il sole, sempre dietro basse nubi incombenti. A pranzo, ci ripariamo a terra, dietro ad un barbecue pubblico, nonostante vi siano tavoli e panche dove potremmo stare piu' comodi, se solo facesse piu' caldino. Port Fairy e ' un paesino fondato questa volta da irlandesi, dove ancora e' forte l'accento ed e' pieno di edifici storici molto interessanti; d'estate e' meta di migliaia di turisti, ma adesso e' per fortuna solo il mare d'inverno.Ci sono molte case sul fiume Moyne, molto diverse dallo stile che abbiamo incontrato fin'ora e molto diverse una dall'altra, ma che nel complesso formano davvero un bel quadro celtico!
Dopo Warrnambool, imbocchiamo la G.O. road propriamente detta. Ad accoglierci un cartello: Cheeseworld. Si poteva resistere?
Vediamo anche un uccello completamente bianco che ci pare un rapace e che scopriamo essere un falco.

Paesaggi costieri
Da Port Campbell e' un susseguirsi di spettacolari formazioni rocciose di arenaria e di falesie, tra le quali i famosi 12 apostoli. Si continua a deviare per godersi i vari punti panoramici. Qui, come in NZ, ci sono foche e pinguini. Un sacco di navi sono affondate nel tentativo di attraversare i temibili Bass straits per raggiungere il porto di Melbourne.
I cartelli finalmente ricordano che qui c'erano, prima dei coloni, gli aborigeni e usano per la prima volta la parola massacrati: c'e' addirittura una baia chiamata del massacro a ricordo di cio' che li' e' successo. sembra che in Victoria abbiano un po' piu' coscienza storica che altrove.
Le meraviglie naturali fanno si' che ci attardiamo e questo, oltre alla durissima salita che ci attende sulla Lavers Hill, genera un cospicuo ritardo sulla tabella di marcia che, per fortuna, si rivela poi apportatore di grandi soddisfazioni.

Otway range
La piccola catena montuosa che dobbiamo attraversare e' infatti troppo lunga per noi, che la attacchiamo alle 11.30 e il tramonto arriva troppo presto per riuscire a completarla prima del buio. Ale inizia a rompere, provocando Gaia con frasi insensate; Gaia, che gradisce il paesaggio, si dice pronta a passare la notte in tenda, in mezzo a qualche gregge sparso (qui ci sono anche cervi che pascolano insieme ai cavalli e ai canguri!). Insomma, posti a buon mercato non ce ne sono, arriva il freddo e prima che scenda la sera facciamo un ultimo tentativo per trovare un posticino caldo, dopo che, raggiunta la vetta, la roadhouse locale ci da picche (una topaia inspiegabilmente piena).
Vediamo, che trotterella, tranquillo lungo la strada prima di sentirci arrivare, un bel gattone selvatico tutta pelliccia!
Raggiunto nuovamente il fondovalle, vediamo un ristorante che e' anche guesthouse e ci proviamo. La padrona e' una simpatica inglese che quando vede Gaia scuotere la testa a sentire l'ammontare della stanza, dice che ci si puo' mettere d'accordo perche' i ciclisti le sono simpatici, e ci offre un pacchettotuttocompreso piu' caro di quel che spendiamo di solito, ma che scopriamo valere davvero molto di piu'!
Il posto (la Aire valley guesthouse) e' infatti sito in una lussuosa casa di fine ottocento e offre camere stupende (con bagno privato!!! dopo 5 mesi) e cena e colazione a base di prodotti bio provenienti in parte dalla produzione domestica. La cucina e' creativa e ottima, lei, oltre che cucinare, illustra libri per bambini, lui, oltre a servire ai tavoli, fa il manager per una banca tedesca!!! insomma, nonostante il contesto, ci si sente davvero a proprio agio! Con noi, ai 4 tavoli del ristorante, altre due coppie australiane, una in luna di miele.
Il pane e' appena sfornato, come anche il dolce! assaggiamo due birre locali artigianali (Otway organic lager e prickly Moses) favolose come la cena, di cui una bio.
Insomma, non abbiamo passato la notte tra le mucche all'addiaccio!

Controvento
Il giorno dopo, risaliamo ancora il range, che palesemente non e' finito, vediamo i koala finalmente tra gli eucalipti, qui profumatissimi, prima di raggiungere Apollo Bay seguendo il mare, ma in direzione nord-est, cioe' tutta controvento fino a Melbourne.
Dormiamo a Lorne in un ostello che ospita noi, tre francesi, due svedesi e due monaci buddisti di ignota nazionalita'. Loro sono nel cottage privato. Il giorno dopo li fotografiamo, circondati da pappaglli bianchi, nelle loro tuniche rosso carminio.
L'ostello e' infatti circondato da numerosi alberi strapieni i pappagalli bianchi e crimson rosella!
Proseguiamo lungo quel che resta della G.O. road passando paesini come Anglesea o Torquay dediti al turismo surfista di Melbourne.
Raggiungiamo Geelong e quindi la grande metropoli: Melbourne. Appena in tempo perche' il cerchione posteriore di Gaia si rompe.

Melbourne
Ci rendiamo conto che l'esperienza australiana e' davvero finita e che non ci saranno piu' tutti i meravigliosi uccelli che ci hanno accompagnato in tutte le nostre pedalate o attese o albe o tramonti.
Steve Irwin aveva ragione quando diceva che l'Australia e' piu' di ogni altra cosa il Paese dei pappagalli.
Ci mancheranno anche i canguri, i koala e tutte le incredibili bestiole di cui e' popolato questo strano, immenso posto.
Per fortuna, Melbourne, nonostante le dimensioni e il fatto di essere una citta', e' davvero bella e cosmopolita, il luogo ideale per congedarci da Ozziland! Anche qui il mercato centrale e' una festa per gli occhi e tutto l'insieme di ristoranti e localini (con un livello elevato di servzio e qualita') fa davvero sembrare Milano quello che e': una piccola citta' provinciale che non riesce ad uscire dalle sue paranoie e rigidita'.
Un esempio per tutti: qui la China town, in pieno centro, e' perfettamente integrata nel tessuto cittadino, e' aperta anche alle altre comunita' non autoctone (?) ed e' uno dei fiori all'occhiello dell'offerta turistica locale, come in altre citta' europee.
Alcuni giorni fa, pero', ci sono stati alcuni attacchi a persone di origine indiana nella periferia cittadina di cui ancora si ignorano cause ed autori. La gente e' subito scesa in piazza a raccogliere firme!
Proseguiremo la visita di M fino a martedi', giorno in cui prenderemo l'aereo alla volta di Singapore, che rivediamo volentieri dopo 7 anni. Da li' il viaggio, se tutto va bene, prosegue in direzione Malesia. Le possibilita' di connessioni internet si faranno piu' sporadiche e anche la vita estiva di chi ci legge allontanera' dai pc.
Torneremo al caldo afoso dei tropici, dopo aver sostato all'equatore, di cui ricordiamo gli acquazzoni a doccia.
Il cerchione di Gaia e' stato sostituito, i freni delle bici cambiati, altra manutenzione dovra' essere fatta nell'altro emisfero!
Nascite e morti si susseguono e noi cerchiamo di continuare a pedalare.
Un abbraccio va alla nostra nonnina che finalmente dovrebbe andare al mare, lasciando il peso della custodia dei nostri gatti ad altri!

La cosa più difficile è partire, anche da qui.

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