sabato 9 maggio 2009

Operazione platypus

Il viaggio continua
Arriviamo a Mackay (pronuncia mackay!) col buio, tutto chiuso perche' e' domenica e la gomma anteriore di Alessandro a terra. Forse un record infranto, bucare sul bus!
La luce del mattino ci mostra una cittadina piacevole, con un lungo fiume abbellito da una passeggiata su passerella in legno con tanto di panchine all'ombra. Il posto e' vivace e soprattutto vissuto, senza vagonate di turisti.
Ha numerosi edifici art deco che visitiamo in uno splendido pomeriggio di sole, le costruzioni vanno dall’interessante, stile Metropolis, al kitch.

Crisi vocazionale dei postini nel Qeensland
Apprendiamo come al solito dalle news locali che mancano postini nel QLD; molti di loro infatti hanno deciso di abbandonare la professione a causa dei ripetuti incidenti sul lavoro: dal piu’ classico attacco del cane da guardia, ai piu’ locali incidenti stradali (pare che la gente non li veda, presa come e’ dalla fretta di andare al lavoro), fino ai piu’ singolari morsi di serpente che trovano spesso nelle fantasiose cassette della posta (l’ultima casella vista era fatta con un cono stradale segnalatore!).
Altri sono deceduti nell’adempimento del proprio lavoro.

Beh, insomma, adesso non ce ne sono abbastanza. Del resto, un giorno ne abbiamo visto uno che distribuiva la posta lungo una strada secondaria che percorravamo. Devono coprire distanze enormi a causa dello sprawling urbano, case unifamiliari per km e km dal nucleo del paese. In alcuni casi, quello visto non scendeva neppure dalla macchina, che non era di servizio…

Pioneer Valley
E’ il nome della meravigliosa valle che da Mackay porta allo Eungella N.P. La prima parte di strada attraversa km e km di canna da zucchero (rifugio del temibile taipan); ci sono moltissime case multicolore in stile queenslander. Ci dicono che quando tagliano la canna ci sono stormi di pappagalli che, ebbri di zucchero, cadono sulla strada. Noi siamo attaccati (Ale) da un uccello locale, la magpie, dal quale pare ci si possa difendere solo andando in giro con un ombrello aperto o (tenetevi forte) una bandierina sulla testa! C’e’ anche un cartello che avverte: “swooping magpie”.
Poi alla fermata ad una locale toilet, troviamo (Gaia) invece altri animali: Tirando la carta igienica, questa sembra incastrata; Gaia la tira di piu’ e scende una goccia d’acqua, pensa che sia l’umidita’ della notte, tira di piu’ e scende una rana, ma la carta igienica ancora non esce; tira un’altra volta e un’altra rana penzola dalla carta stessa! Quel che e’ troppo e’ troppo e Gaia si alza dalla WC chiamando rinforzi (Ale).

Finch Hatton Gorge Cabins
La seconda esperienza di lavoro volontario che decidiamo di fare ci porta nel luogo di cui sopra, una meravigliosa casetta ai margini del parco nazionale, per raggiungere la quale guadiamo piu’ volte il locale torrente (in questa stagione e’ solo di pochi cm, arriva sopra la caviglia).
Ad attenderci ci sono Tracey e Steve, una simpatica e affiatata coppia che gestisce alcuni chalet e che sta per aprire un caffe’-ristorante.

Ci sono un sacco di animali: un cavallo, le galline che volano, due vecchi cani, dei topi, un pappagallino in gabbia e due pitoni! Immaginate quale tra queste povere bestioline viene data in pasto ai due pitoni. Nella notte arrivano anche dei piccoli marsupiali che sono trattati alla stregua dei topi (trappola con avocado). I pipistrelli della frutta (uno di loro si appendera’ alla doccia!) e vari ragni e ragnoni completano il quadro notturno. Ale e’ forzato ad accettare la foto mentre regge un pitone, rassicurato da Steve con queste parole: “Morde raramente e comunque non fa piu’ male del morso di un piccolo cane”.

Durante tutte le giornate lavorative si possono ammirare le splendide farfalle Ulisse, simbolo di questa valle, di un blu che pare dipinto e irreale.
Nonostante stiano per aprire un locale, Tracey non ama cucinare e dopo aver assaggiato il primo piatto italiano da noi cucinato, ci spalanchera’ la sua cucina per tutta la settimana, con grande gioia e soddisfazione sia nostra che loro. Ad Ale viene offerto anche il posto di cuoco. Ci offriranno anche la macchina (che pero’ rifiutiamo).

Anche il lavoro ci da’ grandi soddisfazioni: risistemiamo completamente il giardino che circonda il ristorante, dall’esterpazione di erbacce alla piantumazione e copertura con uno speciale terriccio antierosione.

Incontriamo anche dei loro amici e dobbiamo dire che il ritmo tenuto da Steve e’ invidiabile: con tutti beve rum e coca (anche la sera a cena) e fuma marijuana nella sua speciale pipette che passa a tutti (noi, come Bill Clinton, non aspiriamo), ma il giorno dopo e’ sveglio come noi alle 6,00. Di professione fa il sunshine miner, cioe’ il minatore in una miniera all’aperto.
Durante uno dei nostri pomeriggi liberi, “ascendiamo” alla locale montagna per arrivare quasi alla sorgente del fiume, dove f acciamo il bagno in una splendida polla di acqua gelida. Tempo di permanenza in acqua: pochi secondi.

A tutti dispiace molto la separazione dopo una settimana intensa e, per quanto ci riguarda, ci siamo sentiti un po’ a casa (nonostante anche qui il bagno fosse in stile queenslander…).

Operazione platypus
I piu’ curiosi tra voi avranno gia’ scoperto che il platypus altri non e’ che l’ornitorinco, che in questa zona e’ facilmente avvistabile.
Lasciati Steve e Tracey, ci dirigiamo verso lo Eungella N.P. (pronuncia “ia’nghella”, in lingua aborigena locale: “la terra delle nuvole”); sono solo pochi km, gli utlimi dei quail consistono in una salita che tutti quelli che incontriamo insistono a definire very steep! E infatti incontriamo un cartello che lo prova: attenzione pendenza media del 12% per 5 km!
Impiegheremo un’ora per percorrerli.

In cima il tempo e’ completamente diverso: siamo a poco piu’ di 1000 msl, fa freddo, tira vento e piove! Ma noi siamo qui per il platypus e nulla ci puo’ fermare. Causa tempo inclemente siamo costretti ad alloggiare in un bungalow, dove possiamo cucinarci un ottimo risotto con la zucca davanti al camino (acceso!). Nonostante cio’ gustiamo un ottimo gelato artigianale ai gusti di rum e uvetta e cioccolato, mentre scorre il docufilm Un Leone chiamato Christian la cui visione consigliamo caldamente.

Nel pomeriggio, dalla piattaforma di avvistamento vediamo il nostro primo ornitorinco: che emozione! Non siamo pero’ soddisfatti e, percio’, torniamo la mattina dopo quando ne vedremo cinque emergere, nuotare e immergersi. Sono davvero carini e per nulla buffi, sanno il fatto loro, vengono a galla qualche istante e poi si rituffano con destrezza a caccia di crostacei che individuano grazie a un sistema di rilevazione dell’elettricita’ emanate dal movimento delle loro prede. Ricordiamo che sono mammiferi col becco d’anatra, la pelliccia da castoro e che danno vita a cuccioli che escono dalle uova e vengono poi allattati. Vediamo anche dei meravigliosi martin pescatore blu cobalto sopra e arancione sul petto.

Possiamo ritenerci soddisfatti e affrontare cosi’ la discesa da crampi alle mani per le frenate.

Pensionati in Australia
Lasciato il Parco Nazionale, passiamo la notte presso il campeggio di Mirani dove approfondiamo la comprensione delle dinamiche migratorie dei pensionati australiani, scambiando con loro alcune parole. Ci spiegano che molti di loro vendono la casa, acquistano un camper e iniziano a girare l’Australia senza mai piu’ avere, in alcuni casi, un domicilio fisso. Questo consente poi a molti di risparmiare sull’affitto o il mantenimento della casa.
Ci consigliano l’acquistano di ricetrasmittenti per comunicare con i camionisti sintonizzati sul canale 40.

Bloomsbury
Scegliamo di raggiungere Bloomsbury, meta del nostro attuale volontariato, per una strada secondaria tra le colline dell’Eungella N.P. Non c’e’ quasi nessuno a parte alcuni reduci dal festival della luna di inverno (un festival musicale che si tiene in mezzo alla foresta) e un ex hippy (assomiglia a un gallico, stile Asterix) che ci dice: “Dovete avere un forte spirito libero per girare l’Australi cosi’ in bicicletta… sono fiero di voi: benvenuti nella nostra meravigliosa Australia”. Parte della strada e’ uno sterrato tra la foresta.

L’incontro piu’ emozionante e’ forse quello con un’altra specie di pappagalli (forse si chiamano red long tailed cuckatoo) dal suono primitivo simile ad un barrito di elefante; hanno il corpo nero, le piumone sulla testa e un lunga coda con le piume rosse.

Arriviamo da Avinash (il nome e’ il risultato di un viaggio in India, ma lei e’ di origini neozed) e John dove ci aspetta l’ennesima salitona per arrivare nella loro splendida casa (dove pero’ WC e doccia lasciano mooolto a desiderare…) con una terrazza con vista sul bush e sull’oceano mozzafiato. Lavoreremo qualche giorno in attesta di ripartire per il nord. Qui si mangia bene ma il cibo e’ razionato e a Mr Tuffy questo crea grossa crisi… e dire che era partito con l’intento di imparare a digiunare!

E chi se ne frega
Riprendendo la vecchia rubrica del giornale satirico Cuore riportiamo imperdibili notizie del nostro viaggio.

Di tanto in tanto riusciamo a trovare marmellate fatte in case particolari o a gusti esotici: mangiata ricercatissima marmellata di karkade', diremmo introvabile alle nostre latitudini, marmellata di lichi anche questa estremamente difficile da trovare e marmellata di boysenberry una delle bacche di cui e' ricca questa parte del mondo. Tutte hanno allietato le nostre colazioni mattutine.

Si e' rotta la sveglia che avevamo con noi,nel senso che segna l'ora ma ha smesso di suonare. Finalmente scopriamo l'utilita' di avere il cellulare.

Passata lapide commemorativa, con tanto di segnale (historical place) sulla Capricorn Hwy, di tale Maggiore Mitchell che ricorda la prima esplorazione con successo (?) di un europeo nell'area del fiume Boyonde nella contea di Jericho (!). Anche Alessandro si ferma a rendere omaggio a tale impresa...

Mangiamo le famose pies al Pinnacle Pub sito nell’omonima fazione lungo la strada della Pioneer Valley

Soffriamo molto l’escusione termica, circa 20 gradi tra il giorno e la notte nell'outback.

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