giovedì 19 febbraio 2009

Singing in the rain

Come impiegare un pomeriggio quando diluvia (e dopo che si e' passata parte della mattinata a pedalare sotto tanta di quell'acqua che quasi ti spuntavano le branchie)?
Questa mattina siamo partiti da Westport (un posto senza senso dove abitano pochissime persone, con un sacco di negozi, che pero' e' la "capitale" della costa ovest), che pioveva dalla sera precedente (e noi campeggiavamo, ca va sans dire). Abbiamo sperato smettesse e invece e' aumentata. Dopo ca. 40 km, ormai fradici, ci siamo fermati in un posto chiamato Berlin's, una ex stazione di posta dei tempi della corsa all'oro (anche qui si correva per l'oro...). Per fortuna, c'e' internet, una cipolla, dei funghi e qualche carota per la sera!

Confronti
La parte di India da noi visitata era caratterizzata dal fatto che si arrivava in posti definiti "little villages" dalla guida, dove non c'era quasi nulla, spesso ignorati anche dalle cartine, ma che quando ti informavi, scoprivi che aveva una popolazione di 150.000 abitanti! Qui, le citta' sono pomposamente annunciate, ma poi quando scopri il numero di abitanti capisci che qualcosa non funziona: ne hanno a volte anche solo 600, ma trovi sempre dei supermercati che non si capisce come facciano ad essere cosi' grandi o a vivere essendo cosi' grandi!
Misteri del capitalismo degli antipodi.

Stelle
Ci siamo forse dimenticati di segnalare l'incredibile stellata di Lake Tekapo, dove c'e' infatti anche un osservatorio astronomico (sul Mount John) per quanto il cielo e' chiaro e senza interferenze luminose: si vede tutto, incredibile. Quando e' spuntata la luna, il chiarore ha in parte nascosto la Via Lattea e le stelle meno luminose, ma le ore precedenti era meglio del planetario!

Odori
Lungo la strada, profumo di orzo, un lungo campo d'orzo bagnato dalla pioggia notturna. Profuma di miele. E sa di birra, della birra buonissima che fanno qui i piccoli birrifici artigianali. Odore di miele e fieno. Di terra appena arata, di resina di pino, che sembra la ceretta di Gaia.

Vale il viaggio

Qualche giorno fa abbiamo pedalato forse nel posto piu' magico visto fin'ora: la zona del Paparoa Range. Il paesaggio e' quallo delle isole tropicali dei film, c'e' ancora un pezzo di foresta pluviale (come gia' nei Catlins) e cime fino ai 1500 mt. coperte di vegetazione locale a strapiombo sul mare; tutti i tipi di piante che servivano ai Maori per coprire i bisogni principali, dalle reti da pesca all'abbigliamento. E i famosi alberi di felce, qui altissimi e rigogliosissimi che svettano. E, a Punakaiki, le misteriose Pancakes rocks, stupore dei geologi.
La costa e' un sogno, il tutto un incanto, un incanto fiabesco. Fiabe Pacifiche, appunto.
Anche la Buller Gorge che abbiamo iniziato a pedalare oggi ha qualcosa di magico: un paesaggio che ti porta gia' in oriente, un lungo fiume coperto di vegetazione tropicale, ma tropici pre-antartici, dunque diversi per alcuni particolari. Anche se oggi, con la pioggia e le nuvole basse sui monti e la bruma che avvolgeva in parte la vegetazione, la sensazione era proprio di essere gia' lungo il Mekong...

Giorno di riposo o "duathlon"?
In questo magnifico setting, l'altro giorno abbiamo deciso di prenderci una pausa dai pedali e di fare uno dei trekking di cui e' piena la zona (la NZ in generale!), all'interno del Paparoa National Park, lungo il fiume Fox.
Partiti alle ore 8.30, dodici kms di saliscendi per raggiungere l'ingresso del trek; da qui, si proseguiva seguendo piu' o meno il corso del fiume fino ad arrivare ad un posto chiamato Ballroom Overhanging. Beh, la cosa e 'andata così. Dopo la pedalata, 4 ore di cammino, con molti guadi a piedi nudi e poi con gli scarponi perche' non ne potevamo piu' di toglierceli, 1/2 ora di sosta e poi ritorno e ripedalata con gli scarponi e le calze fradici alle ore16.30 ca. Il trek e' bellissimo, ma davvero sfiancante soprattutto perche' per molta strada si cammina dentro il fiume o nel suo greto asciutto (fatto di pietroni enormi spacca caviglie). Morale: il giorno dopo, le gambe non ne volevano sapere di fare i pochi kms (quasi tutti in salita) che ci separavano dalla meta successiva. Chiamalo giorno di riposo!
A questo proposito, affinche' nessuno pensi che qui si poltrisce, ecco qui di seguito descritta la giornata-media di noi cicloviaggiatori.

Daily routine
Sveglia quasi sempre alle 6.30 (am!), a volte 7, quando fa troppo freddo. Ci si veste, ci si lava poco, ci si e' lavati estensivamente la sera e di giorno, di base, si suda! Colazione sostanziosa: tanti cereali (Ale 250 g. Gaia un po' meno!), pane e marmellata, un litro di latte in due (!!!), a volte jogurt, a volte uovo sodo se la fame dell'Ale e' particolarmente atavica....Passaggio in bagno. Smontaggio tenda, quando c'e' da fare e preparazione+caricamento borse per un totale a volte anche di due ore!!!

Pedalare. Soffiare il naso (ripeti all'infinito!): l'operazione e ' direttamente proporzionale alla quantita' di vento o freddo. A volte si fora, anche piu' volte. Pausa di meta' mattina (o anche no, dipende), dove ingurgitiamo frutta secca/barrette tipo muesli. Se va tutto bene, arrivo nel primo pomeriggio, se no pausa pranzo a bordo strada (a volte nelle piazzole, ma quasi mai sono dove le vorresti!) e pedalare ancora. Al massimo alle 16.30 arriviamo da qualche parte (quasi sempre dove volevamo, ma anche no!), a volte anche piu' tardi (18). Smontaggio bagagli. Doccia. Spesa (in uno dei mega supermercati dove siamo dentro al massimo in 20!!). Cena piuttosto sostanziosa (es. una sera 1/2 kg di pasta con 6 zucchine e una cipolla al curry e formaggio a pasta molle a mo' di grana). A volte, Ale ha ancora fame. A volte ci concediamo delle birre, altrimenti succhi di frutta. Dolce, sempre (cioccolato, miele o simili, a volte muffin o torte irresistibili). Si va a letto verso le 21/21.30. Vita sociale solo fino a quell'ora. Non sappiamo cosa accada dopo le 21.30 in NZ.

Animali, continua.
Nuovi animali, visti molto bene sulla strada, vivi: gli weka (ci sono anche cartelli che dicono di rallentare per non schiacciarli!), un tipo di gallinella simile ai kiwi, ma con la faccia da anatra, che sembra non gradire il volo e cammina svelta.
I tui: accompagnano costantemente il nostro incedere cigolante con il loro splendido canto. Ogni tanto qui nella West Coast ci attraversano velocemente la strada e sembrano dei merli indiani con una piumetta bianca sotto il mento!

Durante il trek, abbiamo visto in liberta' i piccioni della NZ e anche degli strani uccellini con la coda bianca triforcuta.

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