domenica 8 marzo 2009

Arrivare

Australia. Sydney.
E' strano dirlo, ma l'arrivo e' stato spiazzante. Certo, sapevamo che la citta' e' nuovamente una citta' vera, con tante persone, grande, ma non ci aspettavamo l'inferno metropolitano! Come ci ha detto un australiano, poco prima che partissimo da Auckland, a proposito del guidare nel suo Paese: "E' anche peggio della NZ".
Arrivati in areoporto, abbiamo deciso di montare subito le bici e di pedalare verso il centro, in direzione dell'ostello e ci siamo resi subito conto che il luogo ricorda piu' NY che le citta' anche grosse della NZ. E poi e' stato spaesante, nuovi punti di riferimento, nuovi volti, nuovi suoni linguistici, tanti e diversi perche' qui l'immigrazione e' del tipo statunitense, un insieme di culture incredibile, dove ognuno ha il suo accento ben riconoscibile. Sydney ha circa 5.5 milioni di abitanti; veniamo da un Paese di ca. 4.5, dove la vita e' rilassata e ti senti coccolato quasi ovunque. Era ovvio che provassimo un po' di shock culturale...

Datemi una leva...
...del cambio!!! Durante il faticoso tragitto nel traffico impazzito locale dall'areoporto all'ostello, ad Ale e' rimasta in mano una delle leve del cambio! quindi, visto che Sydney, come Auckland e altre citta' neozed, e' un po' come S. Francisco (con salite e discese ripide) abbiamo anche dovuto spingere per raggiungere la "sospirata oasi" in questo nuovo mondo di novita'. Come al solito, il viaggio in aereo ha anche danneggiato un po' la bici di gaia, percio' il primo posto da cercare sotto il caldo sole australiano e' stato, tanto per cambiare... un negozio di bici! risultato: bloccati qui senza bici fino a lunedi' sera!

Giri
Sia per arrivare in citta' che, poi, in questi due giorni, abbiamo visto un luogo che, dal punto di vista architettonico, non ci aspettavamo, con incredibili, lunghissime e piacevoli zone urbane dalle case basse vittoriane ed edwardiane, piccoli bistro', ristorantini e supermercati-vendo-tutto, accanto a superstrade urbane in stile, appunto, americano e grattacieli. E poi lei, ovviamente: l'opera house! la vela! lo straordinario edificio che ormai e' il simbolo forse del Paese, sicuramente quello di Sydney. Il mare, anche.
Tante persone significa anche che si torna a vedere i poveri, l'emarginazione, che si e' usciti dall'idillio neozed di comunita' (in cui tutti i disabili lavorano in tutti i settori) per rientrare nella societa' classica individualista moderna e post-moderna.
E uccelli ovunque, uccelli gia' orientali, pappagalli coloratissimi e bianchi con la cresta gialla e strani trampolieri al parco, tipo ibis, merli indiani, i grandi, bellissimi, pipistrelli della frutta e alberi, alberi, alberi, ovunque. Insomma, un'urbanizzazione che sta con la natura, anche se ormai un po' forzatamente.
E vedeste le librerie! una ha addirittura vinto un premio! sono quasi sempre librerie-caffe', ma non come le nostre, queste sono davvero entrambe le cose, in edifici splendidi, a piu' piani, molto creativi e vissuti.

Mardi-gras
Siamo arrivati di venerdi'. Il giorno dopo era...martedi' grasso! non sono fuori, e' che qui c'e' una festa, piu' o meno sempre in questo periodo dell'anno, che si chiama cosi' forse perche', come per l'antico martedi' grasso, e' concesso il travestimento e lo stravizio. E' soprattutto una festa per gay e lesbiche, ma non perche' ci vanno solo loro, bensi' perche' e' per loro! il motto, sostenuto da tutta la citta', era "Nations united" e tutti, davvero tutti, si travestono o partecipano, aborigeni compresi, alla sfilata dei carri e alla festa che dura tutta la notte. La citta' e' completamente mardi-gras-crazy, vessilli ovunque, ristoranti con menu' speciali, copertura dei media, chiusure anticipate dei negozi. Colore dominante il rosa, ovviamente. Travestimenti tutti del genere trasgressione sessuale, etero e gay. L'alcol scorre a fiumi.Moltissimi gli orientali venuti apposta per l'occasione vista l'estrema apertura mentale della citta'.
Gaia ha partecipato alla sfilata in pigiama.

Quarantena
Come in NZ, anche se un po' meno, anche all'aereoporto locale controllano seriamente cio' che fai entrare nel loro Paese. La conservazione della biodiversita' e la protezione massima contro possibili agenti patogeni estranei e' ormai un must. Anche a noi hanno controllato suole degli scarponi e gomme della bici.
Notavamo che ad essere controllati con maggior severita' erano soprattutto le persone dal volto orientale e abbiamo capito poco dopo perche': vasi di conserve fatte in case da nonna Wu di ogni tipo uscivano da borse e borsette, intere valigie erano colme di prodotti orientali dei quali andavano vagliati gli ingredienti; abbiamo visto addirittura funghi, vietatissimi!!!
La fila di chi dichiarava di avere qualche elemento/alimento sospetto e' appunto indicata con il termine: "Quarantine" e genera una coda ad hoc che puo' anche terminare in un laboratorio dove disinfettano o esaminano i "corpi sospetti". Noi abbiamo passato con grandi sorrisi il check!

Shock igienico
Citta' di scarti umani, citta' di scarti. La pulizia che caratterizza la NZ qui non c'e' piu' nemmeno negli ostelli e ce ne siamo accorti subito. I bagni pubblici, copiosi e sempre pulitissimi, quando non addirittura imbarazzanti per l'eleganza e il profumo che li caratterizzava sempre, scompaiono. Ne vediamo pochi, qui a Sydney. L'ostello, dopo i quasi sempre impeccabili neozed, e' poco accogliente, sporco, mal tenuto, sovraffollato; ci sono anche scarafaggi! sara' forse Sydney? o e' l'Australia tutta ad essere diversa? Comunque, decidiamo di spostarci in un altro che e' un po' meglio: ma continuiamo a rimpiangere il calore umano e domestico della terra dei kiwi.

Cosi' e'.
Check-in, aereoporto di Auckland. Il momento e' sempre delicato per noi ciclisti che non vogliono pagare extra per le bici. Chiamati al banco, la hostess, vedendo i pacconi di pluriball ormai esausti dopo i tanti viaggi, esclama: "Le bici non sono in una scatola", Gaia risponde prontamente: "No, non sono in una scatola". Pausa imbarazzata. Gaia riprende: "Sono nei pluriball con cui siamo arrivati". Il primo scambio di battute ha termine.
Diversamente da tutte le altre volte, ci vengono poi pesati tutti i bagagli, tutti, anche quelli a mano che nascondono pesi insospettabili (come i funghi cinesi). L'hostess dichiara: "I vostri bagagli a mano eccedono di due chili il peso consentito" e aggiunge: "Il vostro bagaglio complessivo eccede di 6 chili" (Gaia gia' estrae il portafoglio, Ale si prepara ad un'estenuante disputa verbale in stile suk marocchino). L'hostess restituisce biglietti e passaporti e ci dice dove portare le bici. Gaia rimette via il portafoglio, Ale cerca qualcuno con cui contrattare...

Adesso

Ora sta piovendo, fitto; le previsioni non sono confortanti. Domani, altro giorno orfani delle bici; un uccello pero' canta il suo canto melodioso, la' fuori, da qualche parte...
Abbiamo comprato l'enorme guida dell'Australia e ci prepariamo ad iniziare il viaggio.
Voi, scriveteci.

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