Per ora gli australiani, quelli nativi, gli aborigeni, li abbiamo visti solo come drop out vicino alla stazione centrale di Sydney. Ma andiamo in ordine sparso.
Fuori da Sydney
Lasciamo l'intossicante S. in direzione Blue Mountains e, precisamente, alla volta di Katoomba, un posto meraviglioso dove tutto profuma di eucalipto. Si chiamano B.M. perche' sono sempre velate da una bruma che e' quella dell'olio di un tipo di eucalipto (chiamato scribbly gum) che sale dalla valle che ne e' quasi interamente ricoperta. Qui c'e' un microclima particolare con specie che si trovano solo qua.
Gli uccelli sono una sorpresa anche maggiore: se gia' a S. se ne sentiva la presenza nonostante l'ambiente cittadino, qui e' il tripudio! L'uccello Lira, che imita tutti i suoni che sente compresi gli altri uccelli o il pianto di un bambino, il Golden Whistler, che fa un canto in antifono con la femmina, l'uccello Frusta il cui suono e' proprio identico a quello dello schiocco di una frusta. Questa foresta, quasi amazzonica, invita al silenzio e all'ascolto. Decidiamo di passarci due notti, facendo alcuni trekking (che qui chiamano bush walking) immersi nel balsamo degli alberi. L'ostello finalmente non e' un tugurio sporco e sovraffollato, ma un ex hotel dei primi del '900.
Poi si riparte alla volta di Wiseman's Ferry (nomen omen), dove sappiamo esserci un campeggio, percorrendo strade secondarie e tranquille, ma molto ben tenute. In due punti, la strada termina e occorre attraverare il fuime con una chiatta che fa servizio 24/24h ed e' gratis: e' la famosa continuita' territoriale! Finora, chiatte ne avevamo trovate solo in Sri Lanka, nella parte est, dove ora nuovamente c'e' la guerra civile.
Inspiegabilemnte in questa tappa, il cambio di Gaia, che dovrebbe essere appena stato cambiato, non funziona e la prima non entra, rendendo impossibili le salite. Siamo costretti al cambio "manuale" (la mano di Ale che sposta la catena, quando proprio non se ne puo' fare a meno, per il resto se la vedono le ginocchia di Gaia).
Il campeggio e' in una posizione spettacolare vicino al fiume: veniamo accolti da un wallaroo che sta brucando sul ciglio della strada e che ci guarda incuriosito per qualche lungo istante con l'erbetta in bocca per poi scappare a balzi. In campeggio, mentre ceniamo, in un prato a fianco, ci sono wallaroo rincorsi dai bambini, wallaroo che fanno incontri di pugilato e, poi, martin pescatore a pochi metri e pappagalli grigi sopra e rosa fenicottero sotto.
L'Australia spiazza: e' Africa e Asia, anche se l'Europa vela entrambe. E' vera terra di frontiera.
Colori in volo
Le specie di pappagalli che stiamo vedendo sono incredibili, alcune finora le avevamo viste solo nei documentari, dai colori dell'arcobaleno. Tutti vivono in stormi e non solitari come quelli chiusi in gabbia.
La sera in campeggio siamo costretti a cucinare sul BBQ, il riso e' scotto ma la verdura e' buona. I campeggi qui, a differenza della NZ, sono piu' orientati ai camper e alle casette e non hanno kitchen facilities comuni.
Il giorno dopo vogliamo arrivare alla Hunter Valley, zona di produzione vinicola rinomata. Da Wiseman's Ferry prendiamo in direzione Cessnock. Dopo pochi kms entriamo a St Albans dove c'e' un pub ancora del tempo dei primi coloni: li' la strada asfaltata finisce e inizia il cosidetto Convict Trail, la vecchia strada costruita dai detenuti tra '800 e '900, completamente sterrata, all'interno dello Yengo N.P. La starda si caratterizzera' per tre tipologie di fondo: terra rosso battuta, ghiaietta sconnessa e fango sabbioso (perche' corre lungo il fiume) che troveremo anche bagnato causa temporale improvviso. Inizialmente e' in pianura, ma poi tutta in salita. Ci troveremo sul Monte Manning. Il nostro rapporto sara' messo a dura prova e frasi impronunciabili sarranno pronunciate. Per fare 50 km impiegheremo piu' di 4 ore. Parlando poi con due locals, uno ci dira' di averla fatta in 4x4 solo una volta, l'altro di aver faticato anche in 4x4. Fatto sta che sono poche le auto che vediamo e ci tengono compagnia solo alberi e uccelli e un varano (monitor lizard) che ci attende alla fine della salita. Una signora, che ci vede fermi mentre Ale contro una staccionata ha appena finito di pompare una gomma, ci dice: "Bel posto per fare un pic nic" !!!
Facciamo sosta solo alla fine quando troviamo riparo sotto un information point.
Un altro tratto di strada normale e arriviamo finalmente a Wollombi (che significa "Il posto dove si incotrano le acque"), ormai e' tardo pomeriggio e cerchiamo da dormire. Siamo stravolti soprattutto psicologicamente. Tutto e' pero' pieno causa due matrimoni e vendemmia. Fortunatamente, alla cubana, spargiamo la voce entrando nella locale taverna dove ci sono, guarda caso, tutti i locals che si bevono la birra (e' sabato pomeriggio). La voce gira e un signore gentile ci dice che il pub mette a disposizione il prato se si ha una tenda. Noi per fortuna l'abbiamo! Ci sono anche le toilette ed e' gratis. Resta il problema di lavarsi dopo una giornata di sudore e polvere.
Si fa avanti allora la moglie dell'uomo gentile: e' la proprietaria di uno dei B&B pieni. ci dice che i suoi ospiti non hanno nulla in contrario se usiamo la loro doccia. Si offre di accompagnarci e riportarci (in macchina)! Abbiamo cosi' da dormire sicuri, da mangiare (il pub e' anche piccolo bistro) e da lavarci. L'atmosfera da sabato del villaggio fa stare bene, ci sara' musica anni '70 fino alla chiusura. Alcuni locals si avvicinano incuriositi e uno ci offre anche una canna. Incontriamo anche uno immigrata italiana (di Trieste) che ci mostra la sua vigna.
Ombre
Anche l'Arcadia ha pero' i suoi piccoli peccati. Ale riporta a Gaia la frase scritta nel bagno degli uomii: "Joe fucks cats and wombats".
Commento di Gaia: "Poveri gatti".
Ale replica: "Certo che con i wombati non deve essere facile..."
Nessuno dubita della veridicita' della frase.
Vigneti
Il giorno dopo arriveremo davvero a Cessnock per fare il nostro secondo piccolo giro di degustazione agli antipodi. Il cambio continua a non funzionare nonostante i ripetuti tentativi di manutenzione di Ale. Un controllo approfondito in quel di Cessnock rivela che il lavoro pagato al negozio di S. non e' stato fatto seriamente e alcune parti sono sospettosamente gia' troppo usate. I pezzi usurati sembrano ancora al loro posto e la catena nuova ha peggiorato la trasmissione, rendendo per lo piu' impossibile l'uso della corona piu' piccola. Dopo la brutta sensazione a S., una nuova botta di depressione ci assale. Decidiamo di scrivere una mail al negozio. Il nostro bisogno di fidarci del nuovo Paese e' pesantemente frustrato e ci sentiamo due relitti alla deriva. Di S. l'ultimo ricordo positivo sara' la serata che abbiamo giocato a carte con tre inglesi, uno scozzese e un tedesco davvero simpatici.
Scrollarsi di dosso la brutta sensazione di non potersi fidare e' difficile, la questione continua a girarci nella testa ad ogni giro di pedale. Andare anziche' liberare la mente sembra farci concentrare sulla nostra mancanza di controllo, sulla nostra faciloneria, sul nostro essere stati troppo superficiali. Siamo messi alla prova da piu' parti, qui in Australia.
Avanti, si vuole
Da Cessnock procediamo in direzione nord-est per raggiungere Nelson Bay e sperimentiamo un tratto della locale "autostrada", la Pacific Highway. Qui come in NZ le bici possono andarci, molti tratti sono a due corsie piu' quella per le bici, con tanto di cartello giallo (che e' uguale a quello che chiede di fare attenzione a canguri e koala: siamo anche noi una specie a rischio da tutelare), il traffico e' tosto, ma sembra piu' rispettoso dei velocipedi. Dormiamo ad Anna Bay, poco distante, dove facciamo il primo bagno australiano. Qui c'e' il sistema di dune mobili piu' grande dell'emisfero sud. Ci surfano sopra. C'e' anche un beachcomber, un tipo che con una draga casereccia rastrella la battigia. Gli chiediamo cosa cerchi e lui estrae un vermone gargantuesco, dicendoci: "Invertebrati" (che usa come esche), ma anche un certo tipo di conchiglia.
Il posto invita a restare, e' il classico paradiso da cartolina, l'ostello e' fatto di bugalow immersi nella foresta locale, siamo gia' nella zona dei koala. Tra i nuovi uccelli anche i kookaburra, chiamati anche "cretini che ridono" per il loro suono che pero' a noi ricorda piu' le scimmie ed e' come quello di una grassa risata. Sono i primi a cantare e gli ultimi per questo sono anche chiamati "l'orologio del bush". Noi pero' andiamo avanti, soprattutto per cercare un altro ciclista e questa volta controlloremo.
Crocere
La partenza da Nelson Bay avviene su un delizioso ferry d'epoca che fa la spola con Tea Gardens dall'altra parte della baia. La traversata e' bellissima come la giornata e passa vicino ad una zona di mangrovie con vari tipi i trampolieri e moltissimi pellicani.
Da Tea Gardens riprendiamo la Pacific Hwy che per 30 km e' un ininterrotto lavoro in corso che riduce la banchina-bici a 30 cm scarsi e ad una corsia la carreggiata. Fino a Buladelah, dove prendiamo la Lakes Way per arrivare a Forster. Causa stanchezza e salite veramente impegnative, ci fermiamo pero' a Blueys Beach, in un altro campeggio senza cucina che ci costringe a chiedere allo store locale di cuocerci una pizza surgelata. Non abbiamo ancora trovato una bomboletta di gas per essere autonomi. Il campeggio non ha neanche una sala comune e percio' dopo cena ci sediamo in lavanderia per avere un po' di luce, perche' qui viene buoi presto. Alle 20,40 andiamo a dormire.
Cosa fa andare avanti
Il Kookaburra qui vengono a posarsi davvero vicini e li fotografiamo, sono bellissimi e strani: assomgiliano a un falco con lo sgurado di un anziano.
Il giorno dopo raggiungiamo Coopernock (vicino Harrington) un paesino sulla Pacific Hwy, usciamo qui perche' c'e un negozio e decidiamo di pranzarci. Vediamo pero' l'insegna di un motel e decidiamo di chiedere il prezzo. Il motel e' in ristrutturazione palese, ma Ale insisite per far chiedere a Gaia se c'e' da dormire/campeggiare. Il titolare ci dice che c'e' un campeggio dall'altra parte della Hwy, ma subito ci chiede da dove veniamo. Appena sente
"Italy" dice anc'io battendosi il petto e cita il nome di una paesino in provincia di Reggio Calabria. E' qui dal '58 ed e' il proprietario del motel, ci offre subito di dormire li' gratis, aggiungendo che c'e' l'acqua calda. Ci mostra l'offerta, la accettiamo.
Oggi siamo arrivati finalmente a Port Macquerie. Abbiamo visto i Koala e, sembra, abbiamo sistemato la bici di Gaia. Sulla Pacific Hwy i lavori continuano...
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