Siamo tornati ad Auckland. Siamo tornati al sole caldo del nord. Pero' abbiamo lasciato l'isola sud, Nelson, una citta' dove vivere, davvero. Abbiamo lasciato i magnifici Malborough Sounds, dove abbiamo deciso di fare il nostro trekking e naturalmente ha diluviato! Abbiamo lasciato, di nuovo, anche la capitale, dove siamo giunti dopo una crociera (perche' in pratica quello e') sul traghetto che porta dall'isola sud a quella nord: un'uscita spettacolare dai fiordi che ti fa capire cosa stai lasciando. Abbiamo anche visto i delfini, questa volta bottlenosed, che nuotavano attaccati alla costa dei Sounds.Abbiamo scoperto qualche notizia in piu' sulla cultura maori nel bellissimo Te Papa, il museo a lei dedicato. Water, water everywhere... Una volta lasciato l'ostello dove avevamo riparato causa pioggia, abbiamo ripreso a pedalare, sempre sotto la pioggia battente. Quando pedali sotto la pioggia, in salita, non sai se stai sudando o se le cose impermeabili che hai addosso iniziano... a fare acqua... insomma, siamo arrivati a Murchinson fradici, appena in tempo per perderci l'ennesimo mercato dei piccoli produttori (non siamo mai riusciti a vederne uno!!! e dire che ce ne sono stati a mazzi!), ma per fiondarci nel big event della zona: l'agricoltural show. Trattavasi di fiera paesana d'altri tempi, con giostrine che da noi arriverebbe l'ASL e anche i NAS e pure i ROS (il paese delle sigle senza fondamento, il nostro), che faceva ricordare quelle che descrivono i nostri genitori, con in piu' esposizione di macchinari simil-agricoli d'ultima generazione (Toyotacabriotrattorino 4x4 che gaia e ale quasiquasi si compravano quandolebicidavanosegnidicedimento) e concorso latortamigliore, la tortapiubella, la conservapiubuona, laschiscettapiufiga, ilpomodoropiurosso, lazucchinapiuverde, laverzapiugrossa etc. Ma la cosa veramente particolare, era l'uomo che fischiava alle papere, ovvero il Dog and ducks show. Un uomo, forse un allevatore, aveva allenato un povero cane da pastore per far fare un percorso pazzesco a 6 povere papere con il solo fischio e l'ausilio di verga...non stiamo a descrivervi tutto il percorso, ma il finale consisteva nella divisione paperenere/paperebianche e inscatolarle in due contenitori diversi. Il cane si faceva un culo cosi'. Anche le papere non scherzavano. Ah, ovviamente c'era anche il concorso tosatura piu' veloce delle pecore. Non e ' indolore, per le pecore. Si capisce perche' si dovrebbe evitare anche di vestirsi con la lana, se vedete come sono le bestioline dopo il trattamento dal barbiere. Calzature culturali. Nell'ostello "fermi per pioggia" c'eravamo noi, una coppia di inglesi sessantenni e un'altra di ragazzi della supertecnologizzata Taiwan. Tutte e tre le coppie: ciclisti. Con un palmare ed un portatile gli orientali. Che sono arrivati pedalando sotto la pioggia in infradito! Si prosegue Forse a causa dell'amuleto ricavato da del legno lavorato dal mare, che Ale da qualche giorno ha appeso ad ornamento del suo manubrio, forse no, la pioggia ci perseguita anche nel tratto Murchinson-Nelson. Al bivio che avrebbe dovuto condurci a Motueka, cosi' come da programma, decidiamo invece di prendere la strada in salita. Nubi minacciose si profilano presto all'orizzonte per Nelson. Cosi', il proseguio della pedalata sara' caratterizzato da: acqua, dall'alto; freddo, attorno; vento, contrario; salite (una "sella" che e' in pratica un piccolo passo che pero' non avevamo previsto, a ca. 800 m.). Ma uno splendido all'arrivo in quel di Nelson con un sole incredibile che ci permette di avere le scarpe miracolosamente asciutte. Per la cronaca, appena cessata l'acqua, avevamo deciso di fare la sosta per rifocillarci e ...strizzato le calze che Gaia ha appeso al filo spinato del campo li' davanti! Buona notizia, cattiva notizia Indonesia, Sumatra: Una tigre di Sumatra, in via di estinzione, ha divorato un tagliatore illegale di legno. Indonesia, Sumatra: Un tagliatore illegale di legno e' stato divorato da una tigre in via di estinzione. Ogni tanto spunta qualche notizia dagli esteri, nella selva di notizie superlocali dei quotidiani zonali. Cozze. Siamo stati pure ad Havelock per pagare il tributo alla divinita' locale: la cozza verde. Trattasi di supercozza verde (circa 10 cm) col bordo interno turchese o smeraldo a seconda della luce. A vedersi uno spettacolo, ma a mangiarsi anche di piu', dice Ale. Che infatti se ne e' scofanato una padella (vengono servite direttamente nella pot dove cuociono), al vino bianco e blue cheese. Il cartello che accoglie i viaggiatori all'arrivo nell'amena localita' e' proprio: Havelock, capitale mondiale della cozza verde. Ultimo tratto di strada Il tratto che va Nelson a Picton e' particolarmente irto, ma spettacolare perche' segue l'orografia dei Malborough Sounds: la vegetazione e' ormai completamente cambiata, ritornando ad essere contraddistinta dai pini che dal mare salgono fino alle vette delle alte colline. Gli alberi di felce gigante sono ovunque, cosi' come le cicale che non danno tregua, un suono davvero forte mai sentito cosi' nemmeno in certi luoghi dove pure ancora le cicale vivono, dalle nostre parti. Le cicale dell'isola sud sono del tipo Amphipsalta zelandica, cioe' una specie che c'e' solo qui. Da Picton, abbiamo scelto di fare una piccola camminata di due giorni nel tanto decantato Queen Charlotte Track: un'esperienza meravigliosa di sentiero nella rigogliosa vegetazione locale, rovinato un po' nel secondo giorno, causa pioggia battente. Birra, e sai cosa bevi: dedicato a Luca e Milto. La NZ e' costellata da piccoli birrifici artigianali, alcuni direttamente testati in situ. Menzioniamo qui velocemente (e caldeggiamo il tasting in loco, of course): Dux de Lux, a Christchurch, il locale e' splendido e la birra veramente ottima; Speight's, a Dunedin, il birrificio e' in un locale di fine ottocento con bar annesso e si sta tra le botti e le cisterne dove viene prodotta la birra, questa e' stata tracannata piu' che bevuta perche' provenineti da giornata in bici, il giudizio ottimo potrebbe essere falsato dalla sete; Monteith's, a Greymouth, forse un po' deludente pereche' manca di corpo (ma va giu' bene); West coast brewery and co., in particolare la Green fern, totalmente biologica a Westport, ottima la birra e come etichetta la felce nazionale, accattivante; Mac's a Wellington (trasferitasi da Nelson), il locale e' meraviglioso, un tipico stabile portuale dei primi del novecento, al primo piano si vede l'interno del birrificio con lavoratori in azione, la birra e' veramente buona, particolare molto profumata, si sente tantissimo il luppolo e hanno una grafica da premio (Gaia voleva prendere tutte le etichette...); Founder's organic brewery a Nelson, in un parco meraviglioso, lontano dal traffico e con le swamp hen che circolano liberamente e con un ristorante annesso che sostiene lo "slow food", la birra e' ottima. Va menzionata la Speight's dark per la sua incredibile dolcezza!!! La Speight's e' un po' il simbolo e l'orgoglio nazionale. Tutti i birrifici producono almeno tre o quattro tipi di birra. Noi ci siamo concentrati sulle 'lager' e le 'ale', voi vedete cosa preferite. Quello che vi avevamo taciuto. I primi giorni dopo il nostro arrivo, forse lo ricorderete, sono stati particolaremnte difficili a causa del mancato arrivo e dell'attesa per la sorte delle bici, del jet lag etc. Quello che non sapete e' che la mattina della partenza per Wellington, quando dovevamo prendere il treno e dunque uscire piuttosto presto o comunque molto prima dell'apertura dell'ostello, siamo rimasti chiusi fuori dalla nostra stanza. Immaginate le urla, soffocate solo a causa dell'ora presta, di Ale. Non ci siamo persi d'animo e, mentre Ale urlava imprecando contro gaia percheeeracolpasuaeadessocomefacciamoseiunadeficienteetc. la succitata gaia (vedendo ale che stava tentando di salire su per la grondaia fatiscente) si ricordava di aver visto l'omino dell'ostello prendere una scala (ladder) e quindi suggeriva all'incazzato ale che forse avrebbe potuto usarla per raggiungere la finestra della stanza posta al secondo piano, ma miracolosamente lasciata aperta (per cambiare aria) da gaia che cosi' si e' salvata la chiappe. Insomma, si prende la scala, pesantissima (e dire che l'omino la gestiva da solo!), la si porta sotto la finestra della stanza in questione, la si allunga un po', ale la scala (e' o non e' una scala?) e poi con scatto da Smigol/Gollum (piu' Gollum che Smigol) si issa con la forza bruta delle braccia foraggiata dall'incazzatura verso la finestra, che poi apre del tutto, scomparendo all'interno, come inghiottito da un misterioso gorgo. Ricompare, questa volta dalla porta, con la faccia stravolta dalla rabbia, ma visibilmente sollevato. Insomma, poi il treno l'abbiamo preso. Due settimane dopo gaia perde il bancoposta. Cosa abbiamo capito dei neozelandesi. Dalla nostra particolare e breve e parziale esperienza possiamo dire che i "kiwi" sono accoglienti e ospitali, gli piace conversare e sono curiosi delle opinioni di noi stranieri, sono molto fieri della loro terra e orgogliosi e conservatori rispetto alle loro specie autoctone e uniche, da qui l'odio "sfrenato" per l'opossum australiano (tipo per un leghista i rom) che divora e minaccia la biodiversita' neozelandese. Va detto pero' che ce l'hanno portato loro e che hanno contribuito al disboscamento per favorire il pascolo: solo il 6% della foresta originaria e' rimasto intatto! Ricordiamo, uno per tutti, un anziano che ci ha avvicinato per fare un po' di conversazione, mentre stavamo per addentare un panino sulla strada; ci ha visto, forestieri, sulla panchina del suo paese e gli e' venuto spontaneo venire a darci il suo benvenuto, a scoprire chi eravamo e a raccontarci chi era lui, un bel vecchietto dagli occhi azzurri. In macchina, pero', il neozelandese si trasforma, diventando uno stressato e frenetico milanese qualunque. Le cose negative non mancano, ovviamente. Ad esempio, l'acqua non sempre e' potabile, alle volte e' necessario farla bollire e la raccolta differenziata e' di gran lunga peggio di quella romana e milanese: o non c'e' o e' quasi insensata (e' molto agli inizi). La storia maori e' quasi del tutto sepolta. Abbiamo scoperto che la madreterra si chiama Papatuanuku, mentre il padre celeste e' un certo Ranginui e la forza della vita ' un tal Mauri. Nella lingua maori il termine 'placenta' e' lo stesso di 'terra' e si dice Whenua. Il calendario lunare e' quello che consentiva alle differenti tribu che componevano le genti maori di regolare la quotidianita' in sintonia con la natura e si chiama Maramataka. Il proverbio che riassume la loro cultura e' "Cio' che e' dato dalla terra dovrebbe tornare alla terra". Un altro da cui vorremmo e dovremmo imparare dice: "Le tre cose piu' importanti nella vita? Le persone, le persone, le persone". Cosa ci siamo persi La regione del Tongariro e di Rotorua che anche solo passando in autobus e' affascinante, con le sue montagne, i suoi canyon e i suoi laghi, le terme e le acque solforose. I ghiacciai della west coast, i Doubtful e i Milford Sounds, il mitico Abel Tasman N.P. Certo, molto altro ancora. ma qualcosa va lasciato al prossimo viaggio, nostro o vostro. Gli animali che non volevamo incontrare Le pestifere sandflies il cui morso dura per giorni e giorni e le pulci d'acqua che hanno costretto ale a ritrasformarsi in Gollum, restando seduto sulla spiaggia in una postura innaturale. |
mercoledì 4 marzo 2009
Partenze
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