mercoledì 8 luglio 2009

Ritorni

Come vi avevamo anticipato, Singapore e Malesia sono un ritorno, dopo 7 anni, che e' tanto, soprattutto qui in Asia, davvero in espansione non soltanto demografica.
Ora siamo nella splendida Melacca e dopo questa breve pedalata sulla piattaforma eurasiatica, domani saremo di nuovo su un'isola: Sumatra, Indonesia.
Qui di seguito, in ordine sparso, le cose che abbiamo ritrovato e quelle che invece sono cambiate (forse nella nostra memoria).

Dolci
Ritroviamo la Chinatown di Singapore con tutti i suoi mercati, che pero' ora sono "istituzionalizzati" e coprono anche, purtroppo, alcune delle vie piu' belle, con le case tipiche colorate coperte dalle bancarelle. Smith st. che prima aveva baracchini di cibo un po' in ordine sparso, ora e' una tavolata unica e gli stall sembrano ormai normali ristoranti. Nuovi negozi sono spuntati qua e la'. I dolci, prima quasi introvabili, sono ovunque e in stile occidentale. Noi pero' proviamo un piccolo posto che offre tipici dessert di Hong Kong (sembra aver vinto dei premi ed e' raccomandato da una famosa critica gastronomica di qui). Favoloso!!!! andate sul sito! www.jidechi.com.sg

Altro
Anche per la Malesia: le strade sono dell'asfalto di chi ha il petrolio che ci ricordavamo, ma quanto traffico in piu'! Molte piu' macchine nuove, ma ancora le puzzolentissime moto che ti appestano, specie in coda ai semafori; i semafori sono a 4 tempi, infiniti, e mostrano spesso quanti secondi devi aspettare e quanti ne hai per passare; a lato strada c'e' un grosso spazio, come un'altra corsia (asfaltata o meno), dove la gente arriva, contromano, anche con falci che sporgono pericolosamente almeno per le teste dei ciclisti!!! E' pieno di nuovi, mega shopping centre, nuove case, alcune splendide, costruite secondo lo stile tradizionale di qui. Estese piantagioni di palma da olio impregnano l'aria.Il caldone e' quello che quando arrivi a meta, passati i 100 km, ti senti un'ameba e non vorresti uscire nemmeno per mangiare. Sei zozzo di scappamenti diesel o a due tempi, come solo a Cuba eravamo, e tutti intorno a te sono sempre molto piu' puliti. Quando ti lavi, sugli asciugamani ritrovi tutto il nero, che credevi di esserti tolto sfregandolo bene. I negozietti locali ora sono pieni di merci di ogni tipo, compresa pasta italiana! Kluang si conferma citta' della scarpa e gaia acquista paio di sandalicheipiedinonnepotevanopiu'dellescarpedatennismentrealegia'avevadatoenonpuo'piu'
comprarneperora! Muar, citta' degli occhiali, si e' ingigantita ed ora pare un capoluogo, mentre prima era una cittadona di provincia. Le sue bancarelle lungofiume, meravigliose, dove si mangiava pesce fresco alla griglia (Ale), sono scomparse: si sono trasformate in ristorante senz'anima in cemento. Le scimmie attraversano ancora la strada, veloci e guardinghe. I cani continuano ad aspettare i ciclisti al varco (ci ricordiamo di un branco, forse di 50 cani sulla costa est: terrificante!). Aspettiamo di rivedere i serpenti, spiacciccati e non lungo la strada (per ora solo uno). Sempre presenti, numerosissimi, i tipici ristorantini all'aperto (genere: tettoia comune, tavoli e sedie, diverse cucine con le proprie specialita') con cibo indiano, malese o cinese.
I gatti continuano ad essere la nostra gioia! Meritandosi un paragrafo ad hoc.

Cats rule!
Sembra che i Malesi medi amino, almeno quanto noi, i gatti. Abbiamo ancora viva l'immagine di un gattone rosso che entrava in un tempio cinese: lo seguiamo, con il codone alto che se ne va bel bello per la sua strada, chiedendoci dove diavolo vada ed eccolo che arriva al tabernacolo delle offerte agli dei felinomorfi e si sbaffa serenamente cio' che i fedeli hanno lasciato! E anche i gatti che dormono tranquilli ovunque. Sembra essere ancora cosi'. Ma cio' che ci aveva spinto a stilare una tassonomia felina e' la peculiarita' della coda malese: coda mozza, coda mozza ritorta, coda ritorta, coda lunga (rarissima!), supermozza, supermozza ritorta! Dopo questa seconda indagine, vi sapremo dire se esiste anche la fattispecie mezza mozza ritorta!

Torniamo alle cose
Il mitico cendol, una sorta di granita/gelato con fagioli di soia, vermetti verdi (soia?) e palline rosa dolci non meglio identificate, zucchero, latte condensato e pure' di frutta. Qui a Melacca ne prendiamo uno al mitico durian, un must. Il durian e' l'unico frutto yang per la medicina cinese, adorato in oriente, impegnativo per il palato occidentale. Odora di formaggio stagionato penetrante, quando lo apri sembra fatto da tanti piccoli feti, il colore e' bianco-giallo, in bocca ha il sapore e la consistenza del taleggio, con un tocco di pesca. Non ci era piaciuto particolarmente, ma nel cendol e' decisamente interessante. Adesso e' anche la sua stagione e te lo svendono ovunque!

Il te e' sempre buonissimo ovunque, ma adesso sono spuntati tantissimi locali che offrono caffe'. Il succo di lime, allungato con acqua zuccherata, calda o fredda o con ghiaccio, e' la cosa piu' dissetante che un ciclista possa trovare, sempre sperando che l'acqua usata sia bollia o purificata. L'acqua, ora, in molti posti e' offerta purificata e si puo' bere tranquillamente (ma non quella del lavandino!).

I trishaw, che a volte ci offrono un passaggio anche se siamo in bici! Bellissimi tanto sono kitsch, addobbati piu' di un albero di Natale, dotati di altoparlanti da cui esce musica, piu' o meno improbabile, piu' o meno a palla. Con il calar della notte, accendono le luminarie, offrendo un spettacolo di sons et lumieres degno di Versailles!
Melacca, dallo scorso anno e' world heritage town, si sta facendo decisamente bella, se gia' non lo era abbastanza. Il lungo fiume fa concorrenza a Venezia o Amsterdam, la Chinatown, con le sue case antiche cino-olandesi, zeppe di negozi, ma anche magazzini, sara' ora sicuramente preservata.

Gli hotel continuano ad offrire le catogorie topaia e topaia di lusso, ma accanto a queste notiamo vecchi hotel rimessi a posto e puliti.
Alla proposta di Ale di fare un sopralluogo in un hotel categoria topaia, Gaia risponde: "Non dormo negli hotel dove ho paura ad entrare". Vedremo...

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